Il problema è la scelta, come l'illusione è la speranza.
Non siamo mai stati padroni del destino tanto meno il
destino si è mai rivelato determinante per noi.
L'estrema follia dell'essere umano è quella che lo conduce a
pensare che le cose possano diventar altro da se stesse. E quindi dal niente
passar all'esser ente e dall'ente tornare all'esser niente.
L'essere umano vive con angoscia questo avvenimento che si
evidenzia per lui, appunto, come annientamento.
Eppure accetta nella fede che la speranza lo possa salvare.
Salvare non tanto dal sacrificio della morte quanto
dall'oppressione dell'annullamento.
L'annullamento di se stesso in quella dimensione oscura (ignota, spesso onirica)
del non essere: non chiara, non compresa, non definita, non percepita, non
propria.
La cura del prossimo come la salvaguardia dell'individuo
nella sua essenza vitale ossia nel suo costrutto materiale fideisticamente
percepito è quella cura del folle che nella personale quanto lucida follia
ritiene di proteggere se stesso ed il proprio complesso di forme e sembianze
edificando architetture morali, etiche, ideologiche e tecnologiche che siano in
grado di preservarlo dal collasso inevitabile di quella stessa struttura.
Non vi è struttura, non vi può essere!
Come non può esservi entità o nullità nella misura in cui l’esperienza
dell’essenza umana non può esprimersi che nel contesto di una fede nell’esistenza
stessa: misurata, sperimentata, assaporata nel suo divenire e pertanto nel suo
passare, modificarsi, trascendere.
Solo la comprensione ultima del non senso e cioè della
follia estrema che tale percezione dell’esistenza comporta rispetto alla
compenetrazione decisiva della realtà potrà essere in grado di spalancare le
porte alla definitiva e definita autenticità della vita, del mondo, dell’intero
universo che ci circonda.
Un universo fatto di eterni che sono e non divengono. E che
appaiono o scompaiono secondo una logica precisa ed un preciso ordine. E che
quindi non sono soggetti all’annullamento tanto quanto non sono suscettibili di
annientamento, poiché non appartengono a quell’essenza che normalmente ma erroneamente
si considera esistenza e che, secondo i canoni della percezione umana, passa da
uno stato inesisteziale per tornarvi.
Il cuore puro dell’essenza è un eterno immodificabile e per
ciò stesso non "genera" ma semplicemente è!
Elmoamf