Vi siete mai chiesti quando il Fascismo ha intrapreso la sua parabola discendente?
Quella che portò Mussolini all'alba del 25 luglio del 1943?
Si?
Vediamo, allora, di considerare qualche data e qualche evento.
L'invasione del corno d'Africa nel '35?
L'alleanza stretta o meglio la stretta alleanza con il nazismo nel '36?
Le leggi razziali nel '38?
L'entrata effettiva in guerra nel '40?
Snodi indubbiamente cruciali nell'evolversi storico del fenomeno o meglio nell'involuzione archetipica di un movimento politico che trae e trasse le sue origini dalle migliori intenzioni e motivazioni sociali e civili e finisce e fini per perdersi, arrendersi ed esplodere (implodere) vittima dei peggiori istinti, opportunismi e interessi predatori individuali e personali.
Peccato che la Storia stessa non si possa ridurre in spiccioli di immediata traduzione, esposizione e comprensione.
La Storia non è un affresco elementare, inequivocabilmente dominato da tinte bianche e nere, indelebilmente separate e distinte, divise da chiare linee di confine e demarcazione, capaci di qualificare, quantificare e scolpire indissolubilmente nella memoria l'intrinseco limite tra il bene ed il male.
La Storia, ahimè, è assai più grigia e opaca, intrisa di sfumature di significato.
E così la discesa del Fascismo non può essere ricondotta ad una data o ad un avvenimento in particolare quanto più coerentemente può incardinarsi in una concatenazione di eventi nell'evolversi dei quali le scelte (coerenti o incoerenti, lucide o incoscienti, libere o pressanti, autonome o coercitive) personali... determinanti sul divenire non solo individuale ma ancor più sociale (rispetto alla carica o al ruolo nella e per la Storia rivestito) si siano rivelate distruttrici di quello stesso assetto fondamentale sul quale si erano costruiti tutti i propri ed "universali" equilibri.
Tanto interni quanto esterni: tra Nazione e Stato, Stato e Continente, Continente e Globo!
Il crollo del Fascismo fu il frutto di decisioni scellerate, organicamente maturate ed espresse in un contesto umano in cui deliberatamente si era scelto d'intraprendere (in nome e per conto non solo proprio ma di tutta una comunità - la Patria o Nazione - che si aveva l'ardire o il pregio di rappresentare) una strada facile piuttosto che tortuosa... quella strada obbligata non dal dovere ma dal potere!
Quella sottile differenza tra ciò che è necessario per il proprio popolo e ciò che è necessario per la propria istintiva ed egoistica sopravvivenza.
Quella sottile linea d'ombra tra l'impeto (l'imperio materiale) e la saggezza (la trascendenza superiore), tra l'essere o l'avere, tra il possedere ed il condividere... quella tenue, flebile, instabile e a volte effimera linea che si frappone appunto tra il così detto Bene ed il così tanto vituperato Male... di atavica od esclusivamente umana, intelligibile comprensione.
Noi siamo ciò su cui manteniamo il silenzio ovvero misere gocce di rugiada cristallizzate dal vento.
Siamo Uomini o Caporali, senza mezzi termini, incapaci effettivamente d'essere quel che naturalmente potremmo riconoscere di essere, liberi da ulteriori inibizioni: creature umane fragili e vulnerabili in perenne conflitto con se stessi e con il destino... vittime di quel tanto osannato libero arbitrio capace infine di elargire solo irrimediabile e biasimevole cruccio al tanto lodato ed acclamato prossimo...
In cosa abbiamo allora fallito?
In cosa il Fascismo ha fallito?
In cosa il sanificatore di turno si ostina a fallire?
Nel Dogma inutile dell'intolleranza. Nel Dogma inutile della fallacia di ogni presunta superiorità o avversità dell'essere contro l'essere. Nel Dogma inutile della primazia dell'eletto consapevole rispetto al gregge mansueto e riconoscente o coatto e magnificante. Nel Dogma inutile del possesso fine a se stesso... sia esso dell'esistenza materiale, secolarizzata... sia esso della trascendenza metafisica e sublimata.
Ovunque si possa cedere acriticamente ad un Dogma... si rischia di cedere ad un fondamentalismo ortodosso inequivocabilmente eterodiretto ossia diretto e condizionato da altrui volontà che non necessariamente rispecchiano i voleri, i fondamenti ed i principi che si vorrebbero in sostanza condividere... quanto i voleri, i fondamenti ed i principi espressi da una minoranza che li vorrebbe imporre...
Quale sana via d'uscita allora percorrere?
Quella imposta dalla massa? Dal potere vigente? Dal conformismo altalenante? Dall'intransigenza irrequieta e ribelle? Dall'assuefazione ossequiosa ed al tempo... causticamente irriverente?
Quale sana via d'uscita?
Al tempo delle grandi controversie del secolo scorso... le soluzioni furono essenzialmente due: O Guerra O Dissoluzione!
Due facce della stessa medaglia che furono inequivocabilmente e suggestivamente applicate... spedendo nell'oblio delle memoria milioni di anime perse nelle macerie della Storia...
Quella Storia che ahimé si ripete in tutte le sue sfumature e sfaccettature.
Il Fascismo non cadde per caso... cercò sistematicamente la propria caduta nella ricerca fallace di soluzioni immediate a problemi du kz... affrontati indissolubilmente con l'arma di un interventismo du kz... la stessa che ha distanza di quasi un secolo... interpreti ancor più du kz (neanche lontani parenti di Statisti con la S maiuscola che almeno mostrarono, nel bene e nel male, la loro tentata devozione al popolo) stanno usando per detronizzare efficacemente ogni residua volontà e sovranità popolare... vergata nel solco di una sofferente ricerca, condivisione e gestione sapiente e sapienziale del potere.
La libertà evidentemente non ci appartiene... è soggetta ad un indiscusso e registrato @copyright!
Elmoamf