Quando sistemi complessi si spacciano per semplici utilizzando termini ai più non familiari, probabilmente stiamo assistendo ad una sofisticazione della realtà.
Tale sofisticazione si rende necessaria non tanto dalla complessità del sistema ma dalla volontà di rendere quella complessità possibilmente incomprensibile.
Ogni sistema, in essenza riconosciuto, si presenta infatti all'uomo come sistema complesso.
Si pensi al corpo umano o alla natura del sistema vegetale, animale e minerale in genere.
Ciò non di meno, non vuol dire che debba essere al tempo stesso estremamente complicato nella sua esplicazione... o nell'intuizione del suo funzionamento, diretta o indiretta essa sia.
Nel tentativo di comprenderne razionalmente i principi o percepirne istintivamente i meccanismi relazionali l'essere si inerpica, spesso, in assurdità genetiche e demenziali di propria considerazione al fine di piegarne le volontà alla propria accondiscendenza.
Ecco un termine che tornerà utile ora ed in futuro a Tutti coloro che mirano alla gestione del "potere": Accondiscendenza!
Accondiscendere è infatti un verbo comodo e proficuo per chi ama sofisticare la realtà.
E' comodo per chi delega. E' proficuo per chi esercita!
E' un verbo ecumenico capace di esaltare e demolire, nel medesimo istante, le molteplici personalità che partecipano al divenire sociale.
Più di ogni altra cosa è, però, uno degli strumenti più pratici per l'esercizio del "governo" nei moderni sistemi complessi. Uno splendido strumento messo a disposizione dall'inerzia e dalla riluttanza di ognuno di noi nell'assumersi responsabilità, nelle mani di coloro che ad ogni livello "sfruttano" queste ritrosie e tentennamenti per assuefare il prossimo ai loro condizionamenti quotidiani.
Sovrani.
Sovrintendenti.
Amministratori e Burocrati.
Intercessori, Graduati, Tecnici o Neofiti della Milizia.
Marescialli e Sergenti , Capitani e Tenenti.
Funzionari, Tecnici, Politici, Imbonitori e Mentitori Impertinenti.
Criminali in pectore... organizzati, consociati, socializzati, istituzionalizzati!
Accondiscendere significa lasciarsi imporre, dominare, controllare, ordinare... in tal senso... significa pertanto sottomettere o sottomettersi.
Naturalmente ed imprescindibilmente per certi Impositori ed Inquisitori la "regola" da loro acriticamente imposta è estremamente più essenziale dell'esistenza da altri intimamente incarnata ed auspicata.
E tutto ciò, tutto ciò su espresso e denunziato. Tutto ciò qui esplicitamente richiamato ed evidenziato.
Tutto ciò qui enfaticamente esposto ed articolato... in nome di un dovere che nulla allaccia con la capacità di discernere tra bene e male, tra equo e iniquo, tra giustizia e malafede ma che affonda la propria identità tra le viscere della propria presenza in carne e ossa o presunto e anelato spirito trascendentale!
Tutto ciò qui enfaticamente esposto ed articolato... in nome di un dovere che nulla allaccia con la capacità di discernere tra bene e male, tra equo e iniquo, tra giustizia e malafede ma che affonda la propria identità tra le viscere della propria presenza in carne e ossa o presunto e anelato spirito trascendentale!
In altre parole: in nome del Nulla!
René Guénon ebbe a scrivere un tempo: "La civiltà moderna appare nella storia come una vera e propria anomalia: fra tutte quelle che conosciamo essa è la sola che si sia sviluppata in un senso puramente materiale, la sola altresì che non si fondi su alcun principio di ordine superiore. Tale sviluppo materiale, che prosegue ormai da parecchi secoli e va accelerandosi sempre più, è stato accompagnato da un regresso intellettuale che esso è del tutto incapace di compensare..."
La compensazione non è infatti prevista nei sistemi complessi su cui si esercita o tenta di esercitarsi il potere. Poiché la compensazione presume un compromesso tra esigenze di natura diversa che cercano istintivamente un equilibrio.
Nel mondo animale, per come lo "conosciamo", l'equilibrio è dato dalla capacità di sopravvivenza.
Darwin definì questo meccanismo evoluzione e con questo nome scrisse un Best Seller.
L'accademia inconfutabilmente lo premio con un posto nella scienza ed uno nella storia.
Magari, forse, senza porsi troppe domande...inopportune!
Chissà se Guénon sarebbe stato d'accordo con tale assunto.
E più ancora se lo fosse stato qualcun altro di ben più illustre per la "creazione" umana?
Ma queste sono solo mie misere congetture ed argomentazioni "faziose".
Quel che importa ora è volersi esercitare nel misurare la faziosità, ovunque essa si annidi. Ed in questo esercizio è evidente che in pochi si accingono poiché in molti si adeguano od, in altri termini, accondiscendono.
Torniamo quindi ai sistemi complessi ed alla loro presunta incomprensibilità.
Assistiamo inermi a siparietti da salotto confezionati in scatola per contenitori a prova d'urto. Contenitori al riparo delle e non dalle telecamere. Un riparo in effetti che assume un senso opposto rispetto a quello cui saremmo portati a pensare. Perché il senso moderno della realtà è racchiuso nell'esposizione mediatica ove tutto ciò che è contenuto, appunto, esiste e tutto ciò che ne è escluso non ha merito, opinione o riferimento.
L'esclusione equivale all'ignoto e quest'ultimo al vuoto.
Il vuoto cosmico, spesso teorizzato, è un concetto a volte più esiziale che scientifico ma espone altrettanto efficacemente un modello di analisi, presentazione ed interpretazione del tessuto sociale.
L'uomo non si sente partecipe della realtà odierna se non nella misura in cui le sue emozioni riescono a trasporsi nell'intermediazione spettacolarizzata delle "telecamere".
Le emozioni, in tal guisa, assumono spessore solo in termini di emulazione. Perdono ogni sintomo o causa naturale. Acquisiscono rango di sistema giuridico, politico, economico, matematico, scientifico, cinematografico. Le emozioni divengono merce alla stregua di ogni altro elemento misurabile.
L'uomo stesso divien merce alla stregua di ogni altro prodotto modificabile.
Malleabile, poliedrico, polifunzionale ed al limite sostituibile a fine carriera, per usura, obsolescenza o inadattabilità, inadeguatezza, inidoneità ai nuovi sistemi di produzione della realtà stessa.
Siamo commisurati ad oggetti ed in quanto tali ci comportiamo adeguandoci a sistemi complessi che difficilmente comprendiamo e non perché non saremmo in grado di farlo ma per pura smania di deresponsabilizzazione, nell'efficacia eterna dell'accondiscendenza al potere!
Un saluto flemmatico,
Elmoamf
P.S.
Il prossimo approfondimento in merito... A Quando avrò intenzione di scriverlo!
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