sabato 10 settembre 2016

L'amore ai tempi del colera

In amore non vince chi mescola le carte,
chi usa l'asso nella manica,
chi gioca al buio il colpo di fortuna,
chi bluffa spudoratamente su ogni ardua giocata,
chi inciampa sulla corda di una puntata sbagliata,
chi passa a ogni mano per prudenza
o chi si getta su ogni piatto con ingenua incoscienza.

In amore non vince nessuno!

Semplicemente perché l'amore non è un gioco!

Ma il motivo che ispira ogni tua singola azione, reazione e decisione.
Il motore che ti spinge in una precisa (anche se spesso inconscia) direzione.
Il valore su cui fondi ogni semplice o complessa quanto personale emozione.
Il principio e la fine di ogni tua esperienza esistenziale!

Scopriremo così che l'amore è, prima di ogni altra cosa, condivisione.

E solo quando saremo in grado di condividere
(nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, nella buona e nella cattiva sorte),
avremo la possibilità di comprendere di essere stati sempre pronti ad amare.

Perché amare non è solo una scelta o un libero arbitrio o un cieco e fideistico abbandono al destino.

Quanto essere pienamente ciò che siamo...

Tutto il resto è forzata apparenza.
Triste e commiserevole Civiltà Moderna.

(Con sincero affetto... Ad una cara Amica)

Elmoamf

domenica 31 luglio 2016

La tela del ragno


La tela del ragno si tesse discreta.
Tra il serio ed il faceto.
Tra l'indifferenza e l'inerzia.
La tela del ragno si tesse delicata.
Tra un inizio ed una fine.
Tra una speranza ed un'attesa.
La tela del ragno si tesse riservata.
Intrappolerà...
Incastrerà...
Imprigionerà...
Risucchierà...
Tutti!
E poi verrà spazzata via. Così. Improvvisamente.
Forse da un ignaro, improvvido, occasionale, demente.
O forse da un lucido, cinico, spietato, calcolatore!

Elmoamf

giovedì 28 luglio 2016

A volte...

A volte si dice: Passa tutto...
Altre volte si dice...
No non si dice nulla... nella speranza che passi.
Ma non passa mai e allora ci si fa il callo che prima o poi prude poiché la pelle morta, cresciuta tutta intorno, ha ormai dissanguato ogni linfa vitale!

Elmoamf

martedì 26 luglio 2016

Uomini ed Ideologie

Nel regno animale si agisce sovente d'istinto.
L'istinto imprescindibile di sopravvivenza.
Si protegge il territorio.
Si protegge e si accudisce la progenie.
Talvolta o sempre si agisce in difesa del gruppo o meglio della specie.
Di fronte ad un nemico esterno, infatti, le barriere interne crollano per far posto all'istinto comune univocamente percepito a salvaguardia della propria "identità".

Nel regno umano, diversamente, si agisce per opportunità!
E' curioso notarlo ma l'istino umano si rivela ineffabilmente opportunistà.
Di quell'opportunismo mellifluo spesso del tutto artificialmente costruito.
Anche se o quando l'opportunità comporti (quasi inevitabilmente) una "sottomissione" ovvero un compromesso ai limiti stessi dell'esistenza, la soppressione della nostra stessa esistenza in qualità di genere umano.
Ecco, anche in quel caso, l'opportunità continuerà ad essere la scelta prediletta!
Una scelta folle e condizionata da forze esterne mai del tutto comprensibili o una scelta idiota effettuata consapevolmente da utili idioti?
E' una domanda alla quale è impossibile rispondere ma sono certo che alcuni di Voi sapranno argomentare nobilmente e con cognizione di causa ogni loro scelta nella vita che abbia incluso compromessi!

Intendiamoci, non si sta demonizzando il compromesso in questa sede ma semplicemente analizzando una certa tendenza del comportamento umano. Un comportamento sempre più volto all'autodistruzione programmata, consapevole o inconsapevole che sia, in cui l'opportunismo dettato dall'interesse o dal quieto vivere è riuscito a partorire ideologie o meglio uomini plasmati di ideologia di cui non comprendono o abbiano mai concretamente compreso il benché minimo principio o fondamento.

Sotto accusa infatti non sono le ideologie ma gli interpreti stessi, Uomini, che le hanno incarnate come automi inutili ossia sciocchi e stupidamente indottrinati. Condizionati e Programmati da se stessi per agire in totale spregio del proprio essere e della propria identità. Cosa o meglio comportamento che un qualunque "esponente o rappresentante" del mondo animale sarebbe mai in grado di adottare.

Abbiamo detto dell'istinto di sopravvivenza di quest'ultimo che lo spinge ad agire, in primis, in nome della specie.
Anche l'Uomo lo possiede!
L'istinto di sopravvivenza è indubbio anche nella specie umana.

E' quel tocco del male targato opportunità che ne inchioda le azioni al palo sacrificale dell'idiozia razionale.

Si disse che l'uomo dominò il mondo perché capace di elevarsi, grazie al proprio intelletto, sopra le altre specie esistenti e sottometterle alle proprie regole.

Chissà?
Chissà se quelle regole, visti i tempi che stiamo vivendo, daranno invece ragione al solo ed unico istinto animale?

Elmoamf

lunedì 13 giugno 2016

Una società fondata sul Bonus

Che la nostra non fosse più una Repubblica fondata sul lavoro... lo si era capito ormai da tempo, da almeno un ventennio, dall'avvento delle agenzie interinali e dei contratti di formazione, spregiudicatamente sponsorizzati dalla sinistra (una sinistra completamente assuefatta, lobotomizzata, conformista e atrofizzata), dall'introduzione dei lavori atipici, dall'affermazione della flessibilità e dal blocco cauterizzato del sistema pensionistico, che non permetteva uscite e nel contempo sterilizzava le entrate attraverso l'innovazione della nuova categoria degli esodati.
Che la nostra non fosse più una Repubblica fondata sul lavoro... lo si era capito dal tempo dei perenni governi di transizione, inaugurati in stile tecnico per merito di una tecnocrazia autoreferenziale divenuta negli anni una vera e propria "Corte" di prescelti e coltivati (non eletti) nel limbo della democrazia rappresentativa ove la norma o meglio la normativa è stata capace di sostituire del tutto il libero arbitrio!
Che la nostra non fosse più una Repubblica fondata sul lavoro lo si era capito o forse o meglio intuito ma nessuno ha più avuto il coraggio o la forza o la determinazione per ammetterlo.
Ma........
Lo so' non è "bello" iniziare un capoverso con un "Ma"!
Ma, ripeterei ossessivamente... che la Repubblica, la nostra Repubblica, si fosse trasformata incontrovertibilmente nella "Società del Bonus"... questa è stata certamente  una simpatica sorpresa.
Siamo straordinari noi italiani nelle innovazioni, capaci di cavalcare in anticipo anche le sindromi più eccentriche dei geniali burloni della rete.
E così un bonus di 25000 euro in salsa europea che alletta i giovani indigeni, in cerca di ossigeno e di un'identità personale e familiare, a contrarre un matrimonio (civile o concordatario come prescrive la norma), da bufala internautica diviene realtà fantoziana grazie al carrozzone Inps che, in un Italia camaleontica capace continuamente di reinventarsi e trasformarsi, fa tesoro delle buone intenzioni delle impagabili classi dirigenti ed elargisce alla plebe l'obolo agognato... Oggi, in questa triste patria di reietti ammansiti,  ammaestrati nel "succhio" della mammella assistenziale, tanto complessa quanto inutile, capace di generare solo individui "drogati" bisognosi di assistenza e non esseri umani adulti, determinati e capaci nell'affermare e rivendicare la propria dignità.
Il Bonus quale oasi di salvezza del diritto, di rivendicazione esistenziale, di affermazione consumistica dell'esistenza.
Un Bonus sulle retribuzioni degli impiegati a minor reddito.
Un Bonus sulle famiglie numerose o con figli minori in quantità.
Un Bonus per gli affittuari indigenti.
Un Bonus per le neomamme.
Un Bonus per i giovani neomaggiorenni.
Nella Repubblica disarticolata e decostituzionalizzata il Bonus è il nuovo Zenit della politica sociale in perenne campagna elettorale.
Perché il compito delle classi dirigenti non è più quello di far crescere e maturare un popolo nel solco della propria identità, delle proprie capacità, delle proprie risorse interiori e della propria volontà di emancipazione nel rispetto delle identità altrui... come un genitore cresce un figlio nel solco dei propri valori solidali di appartenenza, reciproco rispetto, sostegno e affermazione della propria personalità nel rispetto della personalità del prossimo...
Evidentemente Non è quello il compito delle osannate classi dirigenti e probabilmente non lo è mai stato.
Il compito delle "Elite" dirigenziali è più plausibilmente quello di ammansire, ammaestrare, condizionare, sottomettere...
Ma e sottolineo nuovamente il Ma ad inizio capoverso...
Ma se questo è evidentemente il loro obiettivo... per quale "minchia" di motivo ci rendiamo così "coglioni" nell'assecondarlo?
Non può essere solo questione di volgare sopravvivenza spicciola, neanche quando questa assolva a realtà particolarmente difficili da affrontare,
La questione è un altra e drammaticamente annichilente!
Ci siamo arresi!
Arresi al quieto vivere di una gogna esistenziale.
Sconfitti senza appello dalla banalità del male e dall'idiozia morale!

Elmoamf

sabato 21 maggio 2016

Ti ho portato una valigia


Ti ho portato una valigia perché tu la possa riempire.
Di cose che ritieni necessarie, essenziali.
Perché presto dovremo partire e non ci sarà il tempo utile per prepararsi.
Siamo all'ultima stecca, così diceva sorridendo il meccanico controllando il livello dell'olio.
Siamo all'ultima stecca e non c'è tempo per tergiversare.
Si sono d'accordo non è facile correre.
Non è facile scegliere e decidere, soprattutto quando non si ha tempo per farlo.
Non lo abbiamo voluto noi, ci siamo solo imbattuti nel destino.
E nel destino non ci si muove, sul destino non ci si interroga.
Il destino è destino, nulla più.
Sei sicuro di quello che dici.
Sei assolutamente sicuro di ciò che affermi.
Il destino è una cartina di tornasole.
Ci si avvolge il passato in nome di qualche imprecisabile priorità o emergenza.
Il destino viene chiamato in causa per costringere e sottomettere non per realizzare il presente.
Ti ho preparato la valigia.
C'è tutto quello di cui hai bisogno.
Chincaglierie inutili che ti accompagneranno nel viaggio.
Ti ho regalato una valigia affinché tu possa utilizzarla.
Fanne buon uso, riempila e parti per un oasi di immagini, da cui non dovrai più tornare!
Addio...

Elmoamf

domenica 1 maggio 2016

Ritorni alle Origini

Quante volte abbiamo quantificato e delineato un percorso... senza rendercene conto?
Un percorso che traeva origine da uno stato d'animo per giungere ad una presa di coscienza che istintivamente riportava ad un nuovo punto di partenza!
Quante volte?!?

Eppure ogni nuovo inizio è la scoperta di un vergine sentiero.
Un sentiero prima di allora mai battuto. Un sentiero allo stesso modo sconosciuto.
Un sentiero per lo stesso motivo temuto, diffidato, sospettato e più volte soppesato nelle sue innumerevoli sfaccettature. E nonostante ciò percorso: per necessità, indolenza, sopraffazione, tentazione o coraggiosa e spregiudicata impresa!

Perché ogni nuovo inizio è la scoperta di un vergine sentiero ove poter misurare le proprie forze, individuare le proprie risorse, qualificare le proprie capacità, stabilizzare le nuove conoscenze.

Ogni nuovo inizio è un esame interiore rispetto al proprio istinto di sopravvivenza.

In tale sintesi, l'urgenza con cui si definisce un nuovo percorso riflette l'esigenza ineludibile con cui l'animo affronta la propria nemesi ossia l'esigenza per la quale il nostro inconscio impone alla parte senziente della nostra personalità di agire (scientemente o meno) in una determinata direzione.

Una scelta evidentemente dettata da radici inconsce che pongono in essere realtà conflittuali delle quali non siamo pienamente consapevoli pur vivendo un'esistenza che ci costringe ad un continuo e perpetuo controllo sulle cose. Un controllo che altrettanto evidentemente è solo apparente e mai determinante rispetto alle nostre intrinseche e sostanziali necessità.

Le realtà conflittuali rappresentano l'archetipo dello sviluppo sensibile, il motore attraverso il quale l'esistenza muove i suoi passi verso un presunto progresso spesso inteso unicamente in senso lineare, dettato da specifiche variabili spazio-temporali in cui la possibilità di "tornare indietro" semplicemente non è contemplata.

Lo sviluppo esistenziale moderno soffre quindi di una sindrome d'irreversibilità ove il presente, netto e perentorio, è frutto di un passato consolidato e granitico ed embrione di un futuro già scritto e fatalisticamente immutabile.

Un meccanismo soffocante di concepire la realtà e quindi la verità delle cose che infligge ad ogni tentativo di ripresa delle redini della propria vita un colpo mortale ma non definitivo ossia un colpo che lascia in se flebili speranze di redenzione non tali e sufficienti però da essere in grado di spezzare le catene di quella struttura lineare, condizionante e totalizzante, dello sviluppo storico.

Per questo ogni nuovo inizio ci appare come un'oscura e spregiudicata impresa votata pregiudizialmente al fallimento.

Poiché i pesi di una sovrastruttura pervasivamente annichilente sono ancora irrimediabilmente impressi nel nostro inconscio.

Solo nel momento in cui prenderemo coscienza di questa primordiale realtà conflittuale saremo allora in grado di tornare alle origini e riprendere ed intraprendere liberamente il nostro sincero percorso!

Elmoamf