venerdì 13 dicembre 2013

Generazione, Cogenarazione e Degenerazione dei Diritti

ETICA, SOLIDARIETA', DEMOCRAZIA E CAPITALISMO
ANALISI DI UN CONFLITTO

Cosa siamo di fronte all'estasi di un attimo intensamente vissuto?
Niente!
Se non carne da bruciare.
Abbiamo vissuto al di sopra delle ns possibilità, così ci vien detto e comandato.
Ed ora?
E' l'ora del sacrificio!
Quello umano, che tocca l'intimo dei sentimenti ed il substrato della sofferenza.
Quello che non si fa scrupoli di sorta: sulla società, sull'individuo, sulle inevitabili connessioni che l'individuo umano stesso (per sua natura) implica. Intrecci relazionali di tipo amicale, familiare, filiale, solidale... di nuovo, inevitabilmente ed antropologicamente, sociale!
Abbiamo vissuto al di sopra delle ns possibilità e pertanto ora è l'ora della riformulazione dei Diritti!

GenerazioneCogenerazione e degenerazione dei Diritti.

Questi gli stadi attraverso i quali siamo passati o meglio attraverso cui ci si impone di passare, rispetto all'ultimo dei termini impunemente inteso... quello della degenerazione.
L'ultimo sparo, l'ultimo colpo è quello della rassegnazione, del cedimento, della sconfitta sotto ogni forma... umana od ultraterrena che sia.
Ammettere la logica del prevaricante è come ammettere la propria inadeguatezza nei confronti della realtà quotidianamente vissuta. Ed il cedere alla degenerazione, allora, appare del tutto funzionale alla ns logica di incoerenza concupiscente, condotta verso una forma insana di amore della liberà: la libertà del "lasciar fare".
Siamo agli albori della prima edizione del dizionario della NeoLingua.
Un'Era in cui abbiamo in modo tanto evidente quanto sfumato, scientemente quanto al tempo stesso inconsciamente derogato... rispetto alla ns libertà di persone, al significato ed al senso ultimo delle cose.
Un etereo, evanescente ed impreciso connubio sociale, là dove sciaguratamente abbiamo demandato quella "libertà" alla scelta altrui, rispetto alle prerogative inderogabili del ns vissuto.
Queste scelte inderogabili coinvolgono aspetti fondamentali della ns affermazione dignitosa di esistenza.
Aspetti quali la realizzazione personale, la costruzione comunitaria di società (sotto forma di famiglia tradizionale o diversamente ed istituzionalmente intesa, interpretata e tutelata), lo sviluppo individuale, culturale e civile e quindi politico-filosofico-storico-antropologico.
Uno sviluppo conseguenzialmente interconnesso, rispetto al proprio ed altrui ambiente di appartenenza, all'universo esponenziale delle prerogative di sviluppo intellettuale umano!

Ecco allora che questo sviluppo avverte la "minaccia" alla propria esistenza e nel percorso ancora inconscio, talora latente, per lo più istintivo prima che consapevole, organizza la propria reazione ed esprime il proprio dissenso.
Tale dissenso nasce, pertanto, non come diretta assunzione critica e conseguenziale riconoscimento di un preciso e meditato attacco al diritto ed alla tutela dei diritti, quanto più come reazione implicita al proprio bisogno di sopravvivenza.

La massa dell'opinione pubblica preme affinché il proprio bisogno primario, l'istinto di conservazione, la preservi dalla sua eliminazione o estinzione. Essa al momento agisce in senso sparpagliato e non ben cosciente dei mezzi più adeguati all'agire. Persegue uno scopo nella teoria ancora confuso ma nella pratica già tangibile e suscettibile di riconoscimento specifico, qualificabile nel desiderio di "emancipazione" dalla soverchia della tirannide, ovunque essa si annidi!

Sullo stesso piano, il sistema dominante di organizzazione sociale del mondo occidentale o meglio e più appropriatamente del Nord del mondo, emerso dal crollo e dalle ceneri del socialismo reale (incarnato ed imperniato sull'impianto burocratico-comunista sovietico) avverte questa pressione esterna ai propri meccanismi e da essa è sollecitato ad assumere contromisure ed ulteriori restrizioni di tutele.

Il Capitalismo (nella sua forma contemporanea tecno-finanziaria neoliberista) in forza di sistema dominante, uscito proditoriamente (?) apparentemente... quanto ufficialmente, vittorioso dalla guerra fredda del secolo appena trascorso, percepisce suo malgrado quell'intrinseca fragilità insita nel suo stesso processo di difesa da quelle forze che ad esso vanno opponendosi!

La sua egemonia, il suo primato, sono insidiati dalla necessaria riaffermazione (contrastante ed opponente) di esistenza della propria classe sociale media, come d'altronde dall'onnipresente "peso" delle masse popolari più povere ed indigenti (disperse al suo interno come e più consistentemente concentrate nel Sud del mondo) che oggi rischiano di essere sempre più drammaticamente e totalmente schiacciate dalla sua "ingordigia". Sacrificate sull'altare del profitto a tutti i costi.

Lo scopo fondamentale del Capitalismo, la sua naturale essenza, è il profitto!
La ricerca del profitto indefinito è il suo motivo d'essere, la sua esigenza e connotazione ideologica.
La sua logica, quindi, si muove in un ambito in cui gli ostacoli che si frappongono a tale scopo debbono essere indubbiamente ed inevitabilmente rimossi. Una rimozione che non significa necessariamente ed "ora!" "eliminazione" ma può tradursi anche in "adattamento" di quei fattori ritenuti nella loro forma attuale come ostativi.

Diritti e tutele assumono allora i contorni machiavellici e pittoreschi delle parafrasi cosmetiche sancite attraverso i "protocolli" politici: leggi, riforme, trattati, regolamenti, codici, accordi, contratti, patti!

Il Capitalismo assume la politica e la fa propria attraverso la sua diretta partecipazione nelle alte, medie e basse sfere decisionali: Tecnocrazie, Classi Dirigenti Partitocratiche, Classi Dirigenti Burocratiche e Funzionali.

La missione del Capitalismo è perpetuare se stesso a prescindere dalle conseguenze materiali del proprio complesso sistema di azioni. Nel fare ciò però esso rischia di minare le fondamenta medesime su cui si è eretto ed attraverso le quali è riuscito a mantenersi in vita e nel tempo a contrastare quanto a far soccombere quelle forze che a lui, consapevolmente o meno, si sono opposte e tuttora si oppongono. Rischia quindi per ciò stesso di crollare, di dirigersi verso l'autodistruzione.

La coscienza, più o meno lucida, di questa evidenza è avvalorata da altri essenziali fattori. Se, infatti, il metodo di produzione capitalista volto esclusivamente al profitto, implica una messa in opera di fattori e meccanismi di produzione che distruggono il tessuto sociale ed ambientale e quindi non solo incide negativamente sulla sfera umana propria ma sull'intero ecosistema portandolo verso la soglia di rottura, allora il sistema capitalista avverte anche per tale via una minaccia alla propria esistenza.

Ecco allora che esso si affida alla tecnica ed alla capacità della tecnica di affinare i sistemi d produzione e di conservazione dell'ambiente naturale ed umano affinché quel punto di rottura con l'intero ecosistema sia scongiurato. Ma nel fare questo egli conseguenzialmente deve perdere di vista il proprio scopo originario, il profitto, per assumere quale nuovo scopo essenziale (o esiziale?!) lo sviluppo della tecnica.

Questo nuovo conflitto, tra tecnica e capitalismo, là dove la prima tende ad assumere essa stessa il predominio rispetto al secondo, che assumerà pertanto il mero ruolo di mezzo per il raggiungimento indefinito della sua potenza e non più per il raggiungimento indefinito del profitto... dicevamo, questo nuovo conflitto pone il capitalismo di fronte ad un ulteriore scelta: quella di limitare l'azione della tecnica ed al fine comprimerla nell'ambito della propria ed unica sfera d'influenza.

La tecnica come il diritto e le tutele vanno circoscritti a pochi affinché quei pochi possano mantenerne il controllo e per tale via mantenere in essere il controllo stesso del sistema capitalistico sul divenire storico.

Un contraddizione in termini, quanto un evidente costrizione della natura dei sistemi affinché essi appaiono ciò che in realtà non sono o meglio ciò che a loro si nega propriamente di essere.

L'aspirazione al diritto ed alle tutele proprio di un sistema democratico che abbia come obiettivo il benessere sociale e l'equa e giusta partecipazione degli individui alla costruzione politica, economica e civile così come un'equa redistribuzione delle risorse, una preservazione dell'ambiente naturale, una regolamentazione dei rapporti tra tutti gli attori presenti nel sistema stesso, che garantisca uguali ed equilibrati meccanismi di "trattamento" dei contrasti e dei confitti d'interesse ma la cui esigenza primaria e quindi il cui scopo sostanziale giaccia sempre e comunque nella salvaguardia della propria base giuridica e costituzionale quale elemento univoco e legittimo di auto-riconoscimento costitutivo e fondamentale, è in aperto contrasto con un sistema il cui scopo diversamente rappresenti la limitazione di quella vitale e medesima base giuridica.

Allo stesso modo, l'implicita e connaturata volontà della tecnica di esprimere la propria potenza e la propria essenza nella continua ricerca (una ricerca indefinita) di scopi che alimentino a loro volta l'ulteriore potenza ed ancora ed ancora... è inevitabilmente conflittuale rispetto ad un sistema che ne voglia limitare le possibilità in nome della propria preservazione.

Il paradosso ed il massimo apice che il sistema Capitalista oggi ha assunto è quello della tecnocrazia finanziaria. Il perfetto connubio (evidentemente a suo modo di vedere) tra tecnica e democrazia. Nell'ottica (altrettanto evidente) di poter, per tale via, mantenere le redini di quel "controllo" sull'intero sistema sociale ed assicurarsi così la loro subordinazione rispetto al proprio principale interesse, che è e rimane: il profitto!

Le dinamiche ed il divenire umano raccontano però una storia diversa e questo fragile connubio che l'attuale e complesso regime dominante ha nel tempo creato... è destinato, presto o tardi, a franare, ad infrangersi contro la dura realtà della propria insostenibilità.

Se, in modo difforme da quanto il buon Emanuele Severino sostiene, non sarà la tecnica ad avere il sopravvento... allora sarà ancora e di nuovo possibile il tempo della democrazia che (sollecitata, spinta o sospinta dalla pressione del popolo) potrà avanzare le proprie mosse. Avere la chance di riaffermare il proprio ruolo cardine e fondamentale al centro di quel divenire umano.
Ed in questo riponiamo la ns speranza affinché l'affermazione dei "diritti fondamentali" e delle "tutele sociali", quali qui si è cercato di trattare, non siano annichiliti tanto dal capitalismo quanto dalla stessa tecnica ma, al contrario, costituiscano l'elemento portante per l' "Edificazione" di una nuova e più consapevole classe dirigente!

Un saluto ed un augurio di buon Natale a tutti con la speranza che la riaffermazione della Sovranità Costituzionale sia il faro del ns incedere.

Elmoamf

Pubblicato anche in:
Appello al popolo - E-zine risorgimentale – Organo del partito che ancora non c'è

lunedì 14 ottobre 2013

Orizzonti Costituzionali

Riprendo qui, per farne mio tesoro personale e dono per i miei cari quattro lettori, il post pubblicato da Orizzonte48 che annuncia l'uscità imminente (...ma già disponibile nei canali OnLine IBS ed Amazon) del suo immane lavoro di divulgazione tecnico-scientifico-giuridica, svolto nell'arco di questi ultimi tempi sul Blog ma prima ancora frutto di una provata esperienza accademica e professionale decennale.
La necessità di un quadro giuridico chiaro entro il quale poter analizzare in maniera più lucida e distaccata i fattori, le cause, le possibili criticità, le prospettive e le proposte di soluzione dell'attuale crisi culturale economico-politica che stiamo oramai vivendo da più di un "semplice" quinquennio... erano e quindi sono quanto di più auspicabile ci si potesse augurare.

Definire i contorni normativi, le origini e le tracce di un'agonia costituzionale, la deriva dell'interpretazione di parte degli assetti istituzionali e continentali sarà utile per quanti (e spero per tutti) coloro i quali hanno ancora difficoltà nel comprendere (con un più ampio spettro di vedute e calibrazioni della realtà) la genesi o palingenesi dell'Evoluzione Europea.

Se da un lato, infatti, il lavoro di analisi economica di "alcuni" economisti "dissidenti" è servito per far emergere le contraddizioni "pachiane" di un sistema lasciato libero di autoprosciugarsi, dall'altro l'essenzialità di inserire questo approccio sotto la più esaustiva, circostanziata e cognitiva lente del "Diritto" potrà tracciare un sentiero "virtuoso" verso la ripresa e la comprensione di concetti divenuti asfittici e desueti.

Democrazia, Responsabilità , Partecipazione.
Sovranità, Maturità ed Emancipazione.

Un caro saluto a tutti ed un agurio sincero a Quarantotto affinché il Libro possa essere e sia un successo!

Elmoamf

Di seguito Il Post con l'annuncio della pubblicazione, direttamente dal Blog Orizzonte48:

EURO E(O?) DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE: THE COMING OUT


1- Allora questo è il libro già preannunziato.
Vi troverete discorsi ripresi dai post, in buona parte, ma anche un filo conduttore, una cornice organica fondamentale, che cercherà di guidarvi in quella necessaria compenetrazione tra aspetti economici e aspetti giuridici che rimane il tema centrale per un recupero della democrazia.

2- In copertina avete Calamandrei, Lelio Basso e Fanfani, contrapposti a Schauble, Olli e Juncker.
(Notare la sostanziale somiglianza fisica tra gli ultimi tre, con piccoli dettagli differenzianti come occhiali o gradi...di fronti "variamente spaziose"; il che ci "interroga" sui "normotipi" antropologici, secondo varie versioni che risalgono al positivismo ottocentesco...).
.
Il libro si sviluppa su un processo di "immedesimazione" (nel mio piccolo), che origina da una domanda che voi stessi ponete con urgenza:
"Cosa direbbero oggi i costituenti?

3- Dovrebbe debuttare "a partire" dal 15 ottobre nelle librerie giuridiche e in quelle del circuito di distribuzione della casa editrice.

4- Sarà anche possibile rinvenirlo, a quanto mi dicono (in realtà se voi lo ordinate e poi verificate mi sa che è "meglio"), nelle librerie Feltrinelli, settore libri giuridico-economici.
Ma sempre dal 15 ottobre in poi.
Una volta che sarà inserito nel "catalogo" della Dike, parrebbe, lo potrete ordinare anche nelle altre librerie diciamo "generaliste".
Ma questo punto non mi è chiaro. Ho cercato di chiarirlo, ma, siccome non riesco a decodificare la risposta datami, non posso dirvi altro che: tentate.

5- O se no, trovate la libreria giuridico-forense (o, in alcuni casi, "universitaria") dalle vostri parti o nella lista di librerie di regolare distribuzione dell'editore (sopra inserita) e cortesemente recatevi lì.

6- Oppure provvedete, ripeto on line: quando comparirà il libro, - voce del catalogo: "in uscita" o , poi, "recenti pubblicazioni"- sotto ci sarà l'indicazione "per prenotare" (non è che non mi fido che sia comprensibile, è che proprio mi devo rassicurare di aver capito).
Vedremo se il libro sarà inserito nella voce libri "in uscita" anche prima del 15 ottobre.

7- Per non sbagliarvi, se cominciate massicciamente a richiedere informazioni alla casa editrice, utilizzando il link "contatti" inserito nella Home page: almeno crederanno che c'è qualcuno interessato (non parevano credermi molto e, in effetti, solo voi sapete...la verità :-) ). E che non siano coinvolti semplicemente i soliti lettori (ipotetici e di una ristretta elite) della saggistica tecnica.

In fondo questo libro l'ho fatto per consentire a voi di avere uno strumento resistenziale per districarvi tra le spire mediatiche del PUD€ e per poter, in prima persona, DIFENDERE LA COSTITUZIONE.

8- PER EVENTI DI "PRESENTAZIONE", COME MOLTI SAPRANNO, DI SICURO CI SARA' PESCARA IL 27 OTTOBRE.
PER ALTRE COSE, PROVEREMO A FARE IL POSSIBILE, SPECIALMENTE SE SARETE VOI STESSI A CREARE SITUAZIONI "INVITANTI".
SPERO DI POTER FARE PRESTO ULTERIORI E POSITIVI AGGIORNAMENTI

martedì 24 settembre 2013

Autority - Orizzonti sociali e vedute di libero mercato!

Parte da qui il ns viaggio nel mondo delle Autority, un viaggio tortuoso e spigoloso lungo varie tappe, in cui tenteremo di sviscerare i meandri oscuri di un mondo che tenta di occultare se stesso alla luce del sole...
Perché il ns viaggio e perché tenteremo?
Beh, semplicemente perché in questo viaggio non sarò solo o almeno lo spero!
Oltre a Tutti Voi, miei cari quattro lettori che avrete voglia di farmi compagnia, potrò pregiarmi della collaborazione e del sostegno di penne assai più tenaci, ferrate e raffinate della mia (umile pensatore di strada). 
Collaboratori stimati o fini conoscitori della materia validano se stessi soprattutto se amano porsi degli interrogativi ed a questi tentare di dare una risposta.
Dicevamo allora correva l'anno 1974. Si era appena venuti a conoscenza della parola Austerity, molti la elogiavano come un sistema per ridurre le emissioni inquinanti ma era nata dalle colossali bugie propagandate dalle compagnie petrolifere e dal cartello dell' Opec: Il petrolio stava per finire!
E’ evidente, a quasi quarant’anni di distanza, che ancora non è finito… tra l’altro sono stati scoperti ulteriori e vastissimi giacimenti di gas e shale gas che nella giusta prospettiva e con l’adeguata “perizia” tecnologica potrebbero inquinare molto meno, chissà magari anche a costi “generali” più contenuti, sempre se si voglia partire da un punto di vista di salvaguardia dell’ambiente e non da quello esclusivo dell’avidità di profitto!
Diversamente, sull'onda emotiva di tale nefasto “ascendente” ed in seguito alle inevitabili turbolenze di borsa, nacque quella che di fatto è considerata la prima authority italiana:
LA CONSOB!
La Consob aveva il compito di risolvere i problemi del mercato borsistico e chiarire la situazione patrimoniale delle società garantite, per tutelare i risparmiatori e gli investitori.
Così si presenta sul sito istituzionale:
Attualmente l’organo direttivo è composto da un Presidente e da due membri (in precedenza quattro: ridotti a due dal DL n. 201/2011, coordinato con la legge di conversione 22 dicembre 2011, n. 214 - con norma che diverrà gradualmente operativa con la scadenza e le dimissioni dei commissari in carica alla sua entrata in vigore). Membri scelti tra persone di specifica e comprovata competenza ed esperienza e di indiscussa moralità e indipendenza, nominati con decreto del presidente della Repubblica su proposta del presidente del Consiglio dei Ministri, previa deliberazione del Consiglio stesso. In precedenza, essi duravano in carica cinque anni e potevano essere confermati una sola volta, mentre adesso la legge del 28 febbraio 2008, n. 31, ha stabilito in sette anni (senza possibilità di riconferma) la durata in carica dei membri della Commissione.
Attualmente, la Consob è composta dal presidente, Giuseppe Vegas e da tre commissari: Vittorio Conti, Michele Pezzinga e Paolo Troiano. Il direttore generale di Consob è Gaetano Caputi.
Sette anni, una durata Biblica, ammessa e non concessa anche la non rieleggibilità!
E’ soggetta al controllo del Ministero del Tesoro. come la Banca d'Italia che opera più o meno nello stesso settore e con la quale talvolta è entrata in conflitto.
Dal 1974 ad oggi la Borsa non ha avuto più scandali. O forse si?
I risparmiatori sono stati più tutelati o forse no?
La Consob ha entrate che derivano per il 40% circa da banche, società di revisione, promotori finanziari e conta circa (il circa è sempre d’obbligo come il condizionale in ogni presunta affermazione) 620 dipendenti.
Quanto allora effettivamente ci costa e cosa concretamente controlla ?
Correva l'anno 1982. Per salvare la sua politica disastrosa la Thatcher accetta la guerra con l'Argentina per le Isole Malvinas, non lontane dalle coste dello stato sudamericano al crepuscolo della sua dittatura militare. Ma si sa il governo Argentino era illegittimo mentre il fido alleato Pinochet il potere lo aveva preso democraticamente ed applicava molto democraticamente le stesse teorie economiche della Thatcher.
In Borsa c'era l'affaire Centrale, si parlava di strane operazioni sui titoli assicurativi, il paese era ancora ricco e prospero, l'anno prima la faccenda Ambrosiano-Ior - Calvi aveva dato qualche indicazione negativa sull'operato dell’Authority Num.1 in ordine di tempo ma soprattutto di rilevanza nell’ambito di quello che in futuro sarebbe diventato il cardine del sistema economico: Il settore finanziario!
Il 14 ottobre 1980 i quadri della Fiat di Mirafiori erano scesi in piazza a protestare ma l'onda lunga arriverà nel 1990 con la terza Authority……
Ed allora cosa fare se non moltiplicare ?
Nasce IVASS, oltre (?) 250 dipendenti con sede a Roma, ereditaria od erede (?) dell’Isvap. Esercita il controllo sulle imprese assicurative, compresi mediatori ed agenti, in conformità alle NORMATIVE EUROPEE e del Governo.
Con legge 135/2012 le sue prerogative sono state ufficialmente trasferite e sancite. In attesa dell'approvazione dello statuto, il dottor Giannini ha operato come commissario per l'ordinaria e straordinaria amministrazione.
La carica come al solito non è elettiva.
Quanto ci costa
Chi, come e cosa controlla ?
Correva l'anno 1990, nelle orecchie risuonano le note di una canzone…
cosa restera di questi anni ottanta ?

Resterà il ricordo degli yuppies e dei loro facili guadagni di borsa, del primo sacco di Roma dell'era contemporanea, del muro di Berlino che crollando doveva aprire un'era di prosperità dei popoli e delle privatizzazioni alla Thatcher, predicate da destra e sinistra.
Privatizzazioni che avrebbero risolto d'incanto tutti i mali dell'Italia...
Il debito pubblico era ormai incontrollabile, gli iperliberisti della Scuola Austriaca, ci si chiede o semplicemente ci si chiedeva: doverano?
A raccontar favole alla radio o alla televisione o sulla nascente internet, nuovo guro dellavanguardia?
Già?!?
Lavanguardia però siamo anche noi che respiriamo di sole ancora incerto che bazzica nellalto dei cieli permeati di sofisticata chimica umana
Le Authority cominciavano a dettare ai governi le loro leggi, i loro dogmi, i loro necessari tagli al welfare ossia alla salute del popolo... o meglio ancora: la salute della sua comunita portante il ceto medio!

Ed ecco che nel campo delle lotte politiche e sociali irrompe la terza Authority, legge 12/6/1990 n.146, successivamente modificata dalla legge 83 del 2000...
La commissione di garanzia e sciopero, attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali. Sono nove membri designati dai presidenti di Camera e Senato tra esperti in materia di diritto costituzionale, di diritto del lavoro e di relazioni industriali e nominati con decreto del Presidente della Repubblica.
La commissione ha sede a Roma e come consolidata consuetudine e norma imprescindibile, si avvale di consulenti.
Che La marcia dei quarantamila sia partita da Torino dieci anni prima e finalmente arrivata nei “palazzi del Potere “ a Roma ?
A pensar male si fa peccato ma spesso ci si inciampa in modo causticamente ingenuo!
E così, in un percorso solo apparentemente in contrasto con il precedente ma perfettamente in linea con il pensiero liberista imperante, scatta la quarta carica:
LAuthority Garante della concorrenza e del mercato meglio conosciuta come
Anti-Trust !?!
Istituita con legge 287/90  è un Authority che spesso entra in conflitto con le competenze della Banca d'Italia, specie sul tema delle fondazioni bancarie!
Un presidente, tre componenti designati per ben sette anni da Presidenti di Camera e Senato e 270 impiegati (???).
E' di sua competenza anche l'applicazione della legge 74/92 sulla pubblicità ingannevole
Siamo arrivati solo alle prime quattro Authority in un trattato che per necessità si è dovuto rivelare breve, ma già si possono tirare le prime somme.
Elette tra eletti”… da un numero di personalità indipendenti sovente scelte arbitrariamente, per risolvere alcuni dei problemi principali del paese: dalla libera concorrenza al diritto di sciopero, dalla vigilanza alla sicurezza bancaria ed assicurativa
Vedremo progressivamente nel tempo come sono fiorite nuove cariche più rispondenti ai voleri di chi controlla la maggioranza (politica, lobbystica, parlamentare, mercatista), magari non con tutto il disprezzo ma sostanzialmente con enorme spregio del ns modesto pensiero e volere popolare e costituzionalmente sovrano.
Una sovranità perduta sulla carta dei trattati internazionali che hanno lasciato sul campo vittime e feriti, in ossequio al dogma del libero mercato che ha finito per strangolare lintero ceto medio occidentale. Che ciò sia un bene o sia stato un male sarà il tempo o forse la storia a stabilirlo, per il momento lintenzione è solo quella di tentare dindividuare determinate criticità con le quali non ci resta che fare i conti anche, e soprattutto, rispetto alla dura realtà quale sembra esser stata concepita, ossia una realtà (a ns modesto parere) intesa a demolire unintera classe sociale.
Un pensiero che rispetto al concetto di Autority ci sentiremmo di tradurre, per opportuna semplicità, in tal modo:
Elezione indiretta od elezione diretta?
Elezione diretta ogni due anni tra persone aventi le necessarie capacità, con ballottaggio in caso di mancato raggiungimento del quorum prestabilito o nomina dordinanza della cordata politica più influente di turno ?!?
Il popolo, non v’è dubbio, sa benissimo sbagliare da solo, inutile imporgli aiuti dall'alto
Per Il ruolo del censore, come figura cardine di un Authority e che risponda ad una futura Camera Alta dei Controlli e delle Regioni... ci riserviamo un più ampio spazio nel quale affronteremo in modo più articolato ed approfondito le naturali quanto inevitabili implicazioni.
Ora ciò che ci preme è instillare un punto interrogativo o linterrogativo di un dubbio emerso, che proponiamo quale estremo quesito amletico:
Essere o non essere artefici della ns realtà evitando di giocare il ruolo di facili quanto inutili prede dellaltrui avidità?
Per i ns quattro ed unici lettori lappuntamento è a presto, la prima parte è finita e la Corte si ritira per miglior e quieto consiglio.
Il tempo è ancora quello fertile del riflettere prima ancora di quello indomito dellagire o di quello fausto del giudicare!
E pertanto qui ci si congeda con la promessa o la speranza di poter sulla scena ritornare… con altri congrui, misurati e pertinenti approfondimenti per mezzo dei quali esser in grado allo stesso modo di poter il pubblico allietare!

Un saluto combattivo da Elmoamf ed i suoi infaticabili ed estimabili amici…

sabato 21 settembre 2013

ARS Associazione Riconquistare la Sovranità - Primo incontro regionale Lazio


Il dado è tratto avrebbe detto Giulio, non certo il Tremonti degli Eurobond o il buon anima Andreotti traghettatore d'anime politiche di lungo corso, ma il caro Giulio del perduto impero che ai suoi albori lo trafisse nel momento più doloroso della decadente Repubblica.

Il dado è tratto ed il Rubicone attraversato, la storia re-inizia il suo corso, un nuovo corso, nella speranza che possa suscitare tutto quell'entusiasmo e necessario impegno affinché il risveglio politico prenda forma e sostanza, spessore e sincera passione, serietà ed organizzazione, democrazia e partecipazione.

Si è tenuto oggi (21 settembre 2013) in quel di Roma, presso lo storico Teatro Tordinona, la prima riunione regionale dell'ARS, Associazione Riconquistare la Sovranità, costituitasi nel segno della rifondazione delle radici politiche del tessuto sociale italiano, lacerate da decenni di ignavia e pressappochismo.

Decenni in cui il lento logorio della Repubblica ha lasciato il passo ad organi sovrannazionali che hanno invaso senza scrupoli le ns istituzioni, svilendo il corpus costituzionale e sovrano della ns amata ma prostrata patria.

Ridotta a servitor reggente dell'altrui desio, la nazione ha declinato ogni suo volere non più forgiando uomini di valore ed organi, organizzazioni ed enti di garanzia sociale ma plasmando leggi e regolamenti esistenti per renderli conformi a vincoli esterni dettati da tecnocrazie, autocompiacenti ed autocratiche il cui scopo, col tempo, non si è certo rivelato quello del buon samaritano o del buon padre di famiglia ma del despota famelico che brama solo la sottomissione del suddito quale affermazione ultima del proprio potere.

Potere di determinazione.

Ebbene è questo il potere di cui doversi riappropriare: l'autodeterminazione.

Autodeterminazione e Sovranità in un'ottica di ricomposizione del costrutto culturale e politico e mi sentirei personalmente di aggiungere anche e soprattutto sotto il profilo filosofico.
Autodeterminazione che non può prescindere da una presa di coscienza piena ed esaustiva del "problema" o "male" che abbiamo di fronte.

Osserviamo attoniti il fallimento del progetto Europeo nella sua forma più asfissiante, quella della negazione della realtà attraverso l'affermazione di un ingiustizia.
Ingiustizia figlia di una discriminante che altera ed inasprisce il conflitto sociale anziché alleviarlo o attenuarlo. Attraverso l'imposizione di dettami illogici che fomentano rancore e violenza, alimentando derive populiste e demagogiche.

Il sogno dell'euro era il sogno dei burocrati. L'oggetto del desiderio pianificato per far collassare i popoli. Per esasperare le fasi di crisi e costringere gli stati sovrani a cedere, loro malgrado e contro un'effettiva ed esplicita volontà, il loro ruolo ad organismi che nessuno ha realmente, giuridicamente e democraticamente legittimato.

Ma come si sa' , la prassi uccide l'autonomia rendendo la critica una capacità secondaria e la coscienza un bene superfluo di cui evidentemente abbiamo ritenuto col tempo di poter fare a meno.

Altrettanto evidentemente tutto ciò si rivela non più opportuno ed assai pericoloso.

Abdicare di fronte alla dignità per mera sopravvivenza è la morte suprema della coscienza critica.
E da vittima inconsapevole si diviene vittima insonne che vaga perenne nell'incertezza e nell'inferno della privazione arbitraria, della spoliazione dei diritti e nell'inasprimento dei doveri in un ciclo dantesco senza fine.

L'obiettivo dell'incontro odierno dell'ARS era fondamentalmente quello di conoscersi, misurarsi sui numeri e sugli accenti, sulle possibilità e le criticità di un cammino che necessariamente si rivelerà lungo e tortuoso ma che dovrà fare della pazienza e della tenacia i suoi elementi propizi e fondanti, poiché è con piccoli ma sinceri passi che si percorre un cammino, è con piccoli e ben mossi passi che si intraprende un percorso che potrà forse portare anche lontano.

E' dal piccolo che nasce il grande, è da solide fondamenta che si edifica un palazzo, è da sane intenzioni che si recupera e si esprime un successo.

Il primo obiettivo è conoscere, il suo scopo ultimo è emancipare!

Un caro saluto a tutti i partecipanti all'incontro ed a tutti gli associati e simpatizzanti...

Ed un augurio sincero di buon cammino per tutti.

Elmoamf

venerdì 20 settembre 2013

Economia Sociale di Mercato - Orizzonti editoriali

Uhm..........
Prendendomi un lungo fiato dall'ultimo articolo pubblicato in questo squattrinato blog.

Un blog per poveri ma belli, come mise in scena il mirabile Dino Risi.

Un blog per poveri di spirito come testimoniava qualcun altro a cui non ho mai celato o temuto la mia affezione e solo per "privacy" non ne cito contestualmente il nome.

Quella privacy (tanto in voga sulla carta dell'odierna società quanto bistrattata nella pratica della medesima in evoluzione) che mi stringe al petto come una morsa al cuore, che toglie il fiato necessario anche solo per respirare, in una sala delle torture agghindata per l'occasione, affinché io non possa essere in grado di diffonderne anche solo la "Passione"...

Non sia mai poi il garante, richiamato dal pubblicano, non lo denunci di nuovo a corte per render conto persino della propria morte!

D'altronde la resurrezione non è certa in un mondo di negazione ove la convinzione massima è l'assoluta rassegnazione.

Ai trenta denari, col cambio e la valuta congrua, sostituiremmo i 60 euro poiché almeno il doppio è certo nell'analisi e nella valutazione. Il doppio è dovuto per ripianare la "devozione" ad un dio minore ma che ha il potere materiale. Quel potere d'imporre anche la più infima ed infida illusione, quella della libertà e della pace che quasi mai per l'uomo è un' "occasione.

Questo è l'accordo, questo è il dovuto,  in base al contratto o trattato di mutuo... di mutuo scambio e soccorso, di vacuo vantaggio eppur certo rimorso.

Lo chiede la civiltà e lo esige l'imperio.
L'imperio di chi sul "terrore" e la "perdita" ha edificato retorica  e conseguente dominio.

La mistificazione è d'obbligo e così i termini perdono di significato o meglio ancora ne assumono uno nuovo rispetto a quello intrinseco, desunto, desumibile e "concordato"... che poi tanto concordato difficilmente potrebbe ad ogni modo essere... alla luce del fatto che un termine ha un suo implicito ed esplicito significato così come inevitabilmente detiene il diritto alla propria affermazione di principio. 

Ma il principio si sa' oggi è fatto unicamente per esser calpestato ed i tranquilli passi con le suole in cuoio sulle solide e parallele assi, son fatti solo per schiacciare e non per leggiadramente passeggiare.

Il passeggio si conviene sia attività serena di chi si avventura curioso nella natura, nulla a che spartire con il calpestio pretestuoso e presuntuoso di chi si inoltra pavido quanto arrogante nella giungla oscura.

Mi spiace se sin qui vi avrò annoiato con i miei giri di parole ma le stesse mi son servite per tratteggiare in breve un richiamo a cui riservare il giusto clamore.

Il richiamo verso un tema di fondo tanto basilare quanto discusso nella crisi soprattutto d'identità che oggi siamo chiamati inesorabilmente e senza scudi di protezione ad interpretare.

Il tema dell'economia e delle sue radici, delle sue sfaccettature teoriche e pratiche, politiche e sociali... dai molti considerate inconsapevolmente o colpevolmente e purtroppo di contorno, pur svolgendo un ruolo chiave nei meccanismi di confronto: tra uomo e uomo, tra individuo e comunità, tra comunità e civiltà!

Riporto, quindi, di seguito (... e nella speranza non me ne vogliano gli autori originali cui va tutto il mio plauso) un estratto o più precisamente una breve prefazione ad una pubblicazione libraria di cui sento la necessità di dover e poter condividere i contenuti al fine di diffonderne le linee guida per una più ampia e profonda riflessione: su ciò che si afferma con le parole e ciò che diversamente si pratica con il beneplacito della vacua massa intrisa spesso (tristemente)... e unicamente di "torpore"!

Un saluto,

Elmoamf






La discussione pubblica persevera nella deplorevole abitudine a usurare i vocaboli, a svuotare di significato concetti portanti che, in origine ben definiti, finiscono per non indicare più nulla perché annegati nel calderone della retorica inconcludente. Dopo “bene comune”, “riforme”, “responsabilità” e tante altre, la prossima vittima potrebbe essere “economia sociale di mercato”. Durante l’ultima campagna elettorale, i riferimenti a questo concetto nato in Germania sono stati frequenti, specialmente negli interventi di Mario Monti che, infatti, nel libro scritto a quattro mani con Sylvie Goulard, la presenta come una «promessa di prosperità» (M. Monti, S. Goulard, La democrazia in Europa. Guardare lontano, Rizzoli 2012, p. 93). Ma non è difficile rintracciare un tale convincimento anche nelle intenzioni di diversi decisori pubblici negli anni immediatamente alle nostre spalle.

Ad essere sinceri, però, non sono stati approvati atti legislativi ispirati a un simile approccio. Inoltre, la prospettiva di “un’economia sociale di mercato fortemente competitiva” è ben delineata nell’articolo 3 del Trattato sull’Unione europea che così definisce l’impegno, almeno teorico, affinché tutti i governi europei la adottino come prospettiva di fondo. Ma, paradossalmente, proprio per una così chiara impostazione europea (condivisa a fondo nel nostro Paese?) il rischio di far scivolare questa idea-concetto fra le parole retoriche è ancora maggiore.

Per evitare tale sorte, Francesco Forte, Flavio Felice e Clemente Forte hanno dato alle stampe una corposa antologia che chiarisce i confini, le radici e le finalità dell’economia sociale di mercato. Infatti, parafrasando il titolo del famoso testo di Karl Popper, L’Economia sociale di mercato e i suoi nemici (a cura di F. Forte, F. Felice, C. Forte, Rubbettino 2012, pp. 468) raccoglie ben tredici interventi, distinti in due sezioni, entrambe accompagnate da accurate introduzioni e da un’unica postfazione finale.

I saggi rappresentano i pilastri cardine della ricerca teorica sul tema, finalmente fruibili in versione italiana. In particolare, gli interventi di Alfred Müller-Armack (1901-1978), considerato il padre teorico dell’Economia sociale di mercato (formula messa in pratica, se così si può dire, in particolare da Ludwig Erhard, Ministro dell’Economia della Repubblica federale tedesca dal 1949 al 1963 e cancelliere dal 1963 al 1969, negli anni del cosiddetto «miracolo tedesco»), descrivono bene cosa intendere per economia sociale di mercato, le implicazioni che comporta per l’ordinamento istituzionale, le sue priorità per favorire uno sviluppo armonioso. Ma, soprattutto, indicano i “nemici” dai quali stare alla larga perché pronti a minare questo particolare “stile economico” che sicuramente dovrà adattarsi ai mutamenti delle condizioni sociali, ma che non deve abbandonare il suo principio fondamentale, “la coesistenza del principio di concorrenza con le necessarie compensazioni sociali”.

Attingere da questa antologia, è utile sia per chi voglia cimentarsi con una riflessione teorica, sia per chi senta il desiderio di impegnarsi nella produzione di politiche indirizzate a risolvere la contingenza (e, casomai, disegnare strategie future). Come ricorda Reiner Klump nell’aprire il suo saggio contenuto nell’antologia, l’economia sociale di mercato indica oggi molte cose: un concetto di politica economica, un’idea di ordinamento, uno stile di pensiero, un modello di politica economica e sociale, persino uno slogan politico. E di fronte alla molteplicità di significati, Klump sottolinea che «occorre tentare una determinazione più precisa dell’economia sociale di mercato a partire dai suoi fondamenti spirituali e dalle sue radici storiche». È proprio ciò che si prefigge L’Economia sociale di mercato e i suoi nemici, un obiettivo necessario per evitare che un “programma” così indispensabile per il nostro quotidiano venga ricordato solo come un capitolo di un dibattito infruttuoso.

Autore: Antonio Campati