giovedì 10 maggio 2012

Il concetto umano

Pubblico di seguito un commento personale rilasciato su di un sito che ritengo di valore.
Se non per la competenza (di cui non oso affatto lamentarmi, anzi...) ...
... quanto per la precisione, l'accuratenza, financo la pacatezza e serenità con cui l'autore esprime le proprie tesi.
Ritengo che fondamento della verità sia sempre la serenità d'animo.
Qualunque argomento o difficolta di vita si debba o si voglia affrontare.
Pertanto, la lettura approfondita come la profonda riflessione che suscitano argomenti trattati in maniera così raffinata...
Suscitano in me, di consueto, stima ed ammirazione.
Non sono parco, anzi!
Contrariamente sono assai parsimonioso nell'utilizzare tali termini.
Ciò perché ritengo il valore (della persona e pertanto dell'idea che in nuce si cela così come si alimenta) al di sopra di ogni altra questione.
Il valore è per me ciò che da motivo alle persone di esprimersi con cognizione di causa.
Ed il valore non dipende dalla mera cultura, istruzione, o volgare capacità "contributiva" ossia dal denaro e dalla ricchezza (...materiale).
Il valore, in ultima analisi, dipende dalla lucidità dell'essere che rende lo stesso fautore della bontà d'animo.
Chi si predispone con buona volonta verso il prossimo e/o la società (comunità)...
...per la risoluzione di problemi, come per la condivisione di affanni o sofferenze o fatiche.
Per la costruzione e la compartecipazione ad un benessere conseguenzialmente partecipativo!
E' degno, al mio umile giudizio e cospetto, di ammirazione.
Non soltanto di vacuo ascolto.
L'ascolto, sia chiaro, rimane un fattore essenziale, primario.
Aiuta l'individuo ad indagare, discernere, distinguere e comprendere.
Il riconoscimento della lealtà nella predisposizione d'animo è però un fattore puramente soggettivo...
Istintino.
Per mezzo di questo istinto mi sono permesso di riflettere e altrettanto esternare le mie considerazioni sulle tesi da colui espresse o sposate.
In relazione ad argomenti di materia economica che oggi tanto cari risultano ad ognuno di noi.
Se non altro perché ne vale del ns immediato futuro.
Di seguito il link dell'argomento:
Argomento che prende in esame la teoria della MMT (Modern Money Theory) in relazioni a precedenti e successive lezioni dallo stesso autore del sito riportate.
Lezioni che fanno riferimento agli stessi fautori di tale teoria e che possono essere sviluppate ulteriormente qui.
O in qualsivoglia altro sito internettiano: digitando MMT su qualsiasi motore di ricerca.
Ricordo, giusto per inutile scrupolo, che uno dei maggiori sostenitori nostrani di tale teoria è il giornalista Paolo Barnard.
Ancor di seguito il commento da me scaturito, sia pur nell'apprezzamento delle tesi dall'autore magistralmente esposte:
<<...Sempre grato per le luminose esposizioni, che consiglierei a chiunque voglia cimentarsi in teorie economiche.
Opinerei in tal proposito l'assenza del fattore umano.
Il fattore umano dovrebbe essere, quantomeno, l'elemento scatenante di ogni teoria in assenza del quale la stessa perderebbe di significato.
Ora l'elemento umano, come da alcuni sottolineato, tende a...idealizzare.
A volte relativizzando altre rendendo assolotuti concetti che altrimenti non lo sarebbero.
D'altrone, tende a rendere quei concetti reali: per fini comunitari (raramente) o per fini personali (principalmente).
E' inutile nascondersi dietro un dito.
L'intelletto umano è generalmente e statisticamente un intelletto sottostimato e sottovalutato.
Perché?
Semplicemente perché l'uomo difficilemente eleva se stesso e quindi il suo intelletto o meglio la percezione della realtà che è...
...che soprattutto lo circonda.
Oserei definire: una realtà "ultima"...
Di rado, pertanto e se non in situazioni di estrema necessità o sopravvivenza, l'uomo percepisce l'essenza.
Non solo di se stesso ma, in definitiva, dei sistemi in cui vive o meglio è incastonato come pedina...spesso sacrificabile.
In nome della sopravvivenza del sistema stesso.
Un sistema che, al pari degli oscuri incubi cinematografici alla Matrix o alla Terminator, ingloba aprioristicamente e senza alcuna differenza di merito: chiunque!
Ciò detto e tornando a questioni più economiche che filosofiche, il concetto di teoria monetaria...
...come il concetto di valore intrinseco del mezzo di scambio, andrebbe (a mio modesto avviso) ricondotto su binari certi di produzione di valore.
Cercherò di essere più chiaro!
La produzione di valore è nel rendimento di ogni singolo essere umano nei confronti di una produziuone x.
La produzione x deve aver valore non solo per chi lo ha prodotto e per chi ne detiene i diritti di vendità e commercializzazione.
La produzione x deve riscontrare un effettivo valore sociale.
Nel momento in cui ciò non debba verificarsi.
La stessa produzione x andrebbe abbandonata semplicemente perché fuori mercato.
Il mercato stesso non può tradursi in meri valori finanziari e/o di accumulo.
Tra l'altro perché questi valori di accumulo sono arbitrari in quanto fissati da convenzioni generalmente imposte sulla validità coercitiva di un mezzo di scambio:
La moneta comunemente accettata di cui comunemente si parla in queste teorie.
Ora io mi chiedo...
Se ognuno di noi accettasse in cambio del proprio ingegno, della propria prestazione d'opera, del proprio singolo servizio...
...un riconoscimento pari?
Non basato sull'interesse (come d'altronde è strutturata l'economia dei debiti sovrani).
Semplicemente basato sull'arricchimento della consapevolezza (materiale o immateriale che sia - di aver fame di cibo come di sapere)!
Quale, in determenate circostanze, sarebbe la risposta dei singoli...dei popoli, di tutti?
Sta qui la reale domanda da porsi.
Quale è il ns obiettivo ultimo nella vità?
Quello di lucrare la ns sul prossimo...?
O quello di condividere con il prossimo la ns ricchezza e conoscenza...?
Un saluto ed ancora una volta un enorme apprezzamento per il tuo lavoro che mi spinge continuamente a riflettere su ogni singola cosa...>>

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