La scuola dovrebbe essere il luogo ove l'acquisizione di conoscenze permetta di far sviluppare in primis un senso critico, il proprio senso critico nei confronti della società e della realtà che ci circonda.
In secundis, far interagire quel senso critico con l'altro, il prossimo, il diverso da noi. Interagire il proprio io con il se e con l'esterno, in termini di essere individuale e collettivo al tempo stesso. Pertanto ed in sistesi, far sviluppare empatia.
In terzo luogo e di conseguenza far emergere le passioni ed i talenti personali attraverso l'acquisizione di competenze e capacità ed esperienze tali da poter rivelarsi utili ed essenziali e soddisfacenti per il futuro... Non solo ed esclusivamente il proprio ma più in generale quello della propria realtà, identità, cultura, società. In sintesi alla propria posizione e visione nel e del mondo.
Riepilogando, le conoscenze acquisite durante il periodo di formazione scolastica giovanile, dai primi anni di vita (asilo nido) alle scuole superiori (maturità)... Dovrebbero prefiggersi lo scopo di formare "persone": senzienti, critiche, empatiche, capaci d'interagire e collaborare fattivamente con il prossimo, di crescere e migliorarsi attraverso le esperienze individuali e collettive, di essere partecipi ma al tempo stesso estremi difensori della propria riservatezza ed intimità: identità.
Di essere pienamente, completamente consapevoli di se stessi!
Questo dovrebbe essere il compito della scuola.
Diversamente il suo compito attuale è esclusivamente oggettivo/aziendale: formare competenze unicamente professionali, deterministiche e specializzate, secondo i diversi livelli d'istruzione e ahimè (purtroppo) di censo.
A questa già di per sé obbrobriosa interpretazione di scopo, il sedicente Ministro dell'Istruzione pro tempore aggiunge (a sua insaputa tra le altre cose) l'asservimento tecnologico.
Per chi avesse letto o meglio fosse a conoscenza del pensiero intellettuale del filosofo Emanuele Severino... Sa' già di cosa sto parlando.
Della Potenza della Tecnica.
Si fa un gran parlare dell'intelligenza artificiale ma nessuno ancora e seriamente è stato in grado di ragionarci lucidamente e con il necessario distacco rispetto alle possibili conseguenze.
Severino lo ha fatto e ne ha scritto in molteplici libri e parlato in innumerevoli conferenze ed interviste.
Vi esorto ad ascoltarlo.
(Elmoamf)
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