mercoledì 12 dicembre 2012

Spread e Dogmi Religiosi

Riprendo qui un ulteriore articolo del Buon TEMPESTA PERFETTA che sempre si dimostra capace di estrinsecare, in termini diretti e di facile dominio, concetti spesso vittime di abusata saccenza, superstizione o superbia.
L'argomento è quello topico dell'illusione dei "Mercati".
In quei termini e sensi inequivocabilmente appropriati rispetto all'odierno viver quotidiano.
Sì, i Mercati!
Non quelli della frutta e verdura, abbigliamenti e suppellettili, pizzicagnoli o pescivendoli...
No, quei Mercati avulsi da ogni sistema oggettivo ed obiettivo di valutazione delle umane genti.
I Mercati del Potere dove il cruccio si evince come naturale sottomissione al volere del padrone.

Ora, richiamandomi ad una metafora religiosa..anzi più correttamente ad un parallelismo di stampo religioso cui alcune asserzioni intrinseche hanno contribuito nello sviluppo, oltre all'articolo mi permetto la pubblicazione di un esimio mio pensiero riguardo al ruolo stesso di "cotanta" religione.

Nato come un commento all'articolo in questione, più opportunamente si è tradotto in un corollario alla presente esposizione del medesimo articolo.

Pertanto lo lascerò emergere tra i fondali di questa pubblicazione affinché, indipendentemente dalla mia personale volontà, trovi libero sfogo presso chi ne riterrà opportuna la sua intrinseca lettura.

Un saluto,
Elmoamf

LA DITTATURA DELLO SPREAD
E IL PROGRAMMA DELLA SHOCK ECONOMY IN ITALIA


Ieri è stata una giornata di fibrillazione e passione in Italia: tutti gli occhi degli analisti, degli opinionisti e degli organi di informazione erano puntati sull’andamento dellospread, che dopo essere sceso nei giorni scorsi intorno ai 300 punti base, è risalito sopra quota 350 punti base. L’indice di Piazza Affari è crollato di -2,21%. I titoli bancari sono andati a picco. L’Italia si è avvicinata di nuovo pericolosamente al cosiddetto baratro. Visi preoccupati dappertutto, catastrofismo a fiotti, paura sparsa a piene mani e raffiche di dati allarmanti. Persino il Vaticano ha ritenuto opportuno pronunciarsi, per bocca del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana Bagnasco: “La casa brucia. Irresponsabile chi pensa a sé. Non si possono mandare in malora i sacrifici di un anno. Monti? Errore non avvalersene in futuro”. Ma cosa è accaduto di così straordinariamente minaccioso per l’Italia? Come mai la propaganda di regime italiana si è mossa all’unisono con tanta aggressività e compattezza? E’ accaduto un fatto normalissimo. Uno dei partiti di maggioranza, il PDL, che appoggiava ilgoverno dei banchieri guidato da Monti ha avuto l’insolenza di dire la verità: tutti i dati economici, dal PIL,all’occupazione, alla produzione industriale, ai consumi, ai risparmi, al debito pubblico, alla pressione fiscale sono peggiorati dopo un anno di governo Monti, e quindi il PDL ha preferito non garantire più il suo sostegno incondizionato. Cosa c’è di tanto strano in tutto questo? Niente. E’ una normalissima dinamica democratica che si ripete da sempre in tutti i paese che possono ancora reputarsi tali. Tuttavia nello stato di diritto di eccezione in cui si trova incastrata da anni l’Italia all’interno dell’eurozona, commissariata di fatto dai "mercati" finanziari, ogni azione, che abbia una lontana parvenza di democraticità, diventa incredibilmente pericolosa e delicata.

Tralascio ovviamente tutto lo squallore dei tatticismi e delle questioni interne al PDL, basate su alcune rivendicazioni tipiche di un partito padronale (la riforma della giustizia, la legge sulle intercettazioni, l’incandidabilità dei condannati etc), e vado subito al sodo: in linea di principio la bocciatura al governo Monti non fa una piega. I presunti tecnici, che in realtà sono solo degli sciacalli mercenari al soldo degli interessi dei grandi poteri finanziari internazionali, hanno fallito su tutta la linea e qualcuno doveva farglielo notare a livello pubblico e istituzionale. In realtà, prima della bocciatura del PDL, il governo Monti allineato ai principi folli dell’”austerità espansiva” dell’eurozona era stato bocciato addirittura dal FMI, che senza mezzi termini ha dimostrato in un suo documento, con tanto di grafici e dati inequivocabili, che continuando a fare tagli alla spesa pubblica e aumenti di tasse la situazione economica avrebbe finito per peggiorare inesorabilmente. Tutti i più accreditati ed autorevoli economisti del mondo, da qualunque latitudine del globo, hanno fatto notare a più riprese, non senza qualche accenno di ironia e sarcasmo, che la strada percorsa dall’Europa è senza ritorno e non ha via di uscita. Chi governa oggi in Europa probabilmente sa già di stare percorrendo una vicolo cieco, che prefigura la recessione come unica soluzione alla crisi: secondo loro, la deflazione dei salari dei lavoratori è l’unico modo per incoraggiare i nuovi investimenti, mentre la deflazione dei prezzi favorirà alla fine i consumi, perché la ricchezza finanziaria reale accumulata dalle famiglie aumenterà il suo potere d’acquisto e chi ha qualche risparmio da parte sarà invogliato a spendere. Chiariamo subito che una tale eventualità non è mai accaduta in passato nella storia del mondo, perché sappiamo bene quanto pesino le pessime aspettative e l’incertezza sul futuro sulle scelte di investimento e di consumo degli agenti economici, eppure l’Europa continua ad andare avanti e ad incoraggiare quei governanti che assecondano indefessamente questa strategia suicida di stampo neoliberista, mercantilista ed imperialista. Perché?

Perché i tecnocrati europei non sono affatto interessati alla ripresa economica nel vecchio continente. Assolutamente no. Quella caso mai arriverà per sfinimento, quando i lavoratori, i sindacati saranno sfiancati e accetteranno tutte le ricette amare imposte dai loro governanti, rassegnandosi ad una vita di indigenza senza fine e smettendo persino di nutrire aspettative per il futuro. L’intenzione dei tecnocrati europei, in perfetta sinergia con gli interessi finanziari dei “mercati” che sono i veri committenti del miope progetto europeista, è invece quello di legittimare il loro predominio assoluto e annientare qualsiasi timida reazione democratica da parte della popolazione. Cosa fa un monarca, un despota, un dittatore quando vuole dimostrare la forza della sua reggenza e mortificare le resistenze dei sudditi? Impone delle misure impopolari e assurde, che in qualsiasi altro contesto sarebbero ritenute senza senso e disumane. Non lo fa per sfizio, per spregiudicatezza o malvagità ma solo per unpreciso calcolo psicologico, che deve condurre a determinati risultati. Anche il Dio cristiano agì così con i suoi patriarchi, chiedendo addirittura ad Abramo di uccidere il figlio Isacco per dimostrare la sua abnegazione e fedeltà al divino. Un pensiero unico monocratico, monoteistico si fonda su queste premesse, deve essere innanzitutto accettato incondizionatamente per fede, e non presuppone nelle fasi successive un lavorio razionale della mente. Anzi, più si affievolisce la ragione e maggiori sono le probabilità che la fede si corrobori, e inversamente, più ci si incaponisce sul ragionamento e sulla logica e più si finisce per allontanarsi dalla via della salvezza fideistica e si viene etichettati come eretici. Togliamoci subito dalla testa che i tecnocrati europei siano quindi stupidi, incapaci, incompetenti, perché non è così. Loro sanno perfettamente quello che fanno, sanno che lo scopo dell’euro è quello di annientare i salari e i diritti democratici delle popolazioni e continueranno a sostenere questo piano finché non verrà cancellato persino il dubbio nella mente degli ultimi irriducibili riluttanti che ci sia qualcosa di sbagliato in tutto questo.

Per abbattere gli ostacoli che li separano dal loro obiettivo e piegare le residue spinte democratiche che qua e la vengono dal basso, i tecnocrati europei spingono molto sull’incessante opera di pressione della propaganda di regime, che deve essere a reti unificate, capillare, implacabile, compatta, intrisa da una sfilza di messaggi subliminali che devono avere lo scopo di rassicurare il popolo, il volgo e di abituare i sudditi a considerare lostatus quo totalitario come altamente desiderabile. Volete un esempio? Ieri, uno degli eurocrati che è andato a ritirare ad Oslo il Premio Nobel per la Pace, consegnato non a caso all’Unione Europea nell’anno del suo più basso consenso popolare, ha fatto riferimento ad un quadro del pittore senese del Trecento, Ambrogio Lorenzetti, come significativa ed evocativa immagine a cui richiamarsi: l’Allegoria del Buon Governo (vedi sopra). Guardatelo bene quel quadro, in modo da poterlo imprimere nella mente. Cosa vi suscita istintivamente? Non ci vuole molto a capire che si tratta di un riferimento esplicito ad una forma di governo particolare: la monarchia teocratica. A sinistra siede in trono la Giustizia retta dal divino, e a destra si erge imperioso il Monarca con tanto di scudo e di lancia. In mezzo e sotto queste due Autorità ultraterrene e insindacabili si trovano le masse, il formicolio brulicante della gente, i popoli, le persone comuni, che come sempre accade in questi casi vengono raffigurate di dimensioni molto inferiori e in atteggiamento spesso implorante, supplichevole, ammirato e ossequioso nei confronti dell’Autorità. Gli angeli della Giustizia da una parte decapitano gli eretici, i disubbidienti e dall’altro premiano i mercanti, la gente operosa, che si impegna per donare i frutti del duro lavoro al Monarca.

Voi vi domanderete, non è un po’ fuori luogo associare l’immagine moderna dell’Europa a quella di una monolitica monarchia teocratica di stampo medievale? Ma è scemo l’eurocrate a richiamarsi a quel quadro tantoreazionario e anacronistico, che potrebbe suscitare non poche critiche e obiezioni di opportunità? E io vi ripeto no, l’eurocrate non è scemo per niente, la sua è una scelta voluta e ben ponderata, perché lui voleva proprio approfittare di un’importante occasione ufficiale per sedimentare nell’immaginario collettivo il messaggio che intendeva lanciare: l’Europa è un’Autorità ultraterrena che sta al di sopra delle parti, fatta di tecnocrati ed oligarchi che credono ciecamente nell’infallibilità inappellabile dei “mercati”, nella permanenza ad oltranza dell’ordine costituito, in una precisa gerarchia di ruoli e poteri che sovrasta e domina dall’alto la stessademocrazia dei popoli. E questi ultimi, i popoli delle varie nazioni, devono impegnarsi con grande sofferenza e sacrificio per meritare la benevolenza dell’Autorità (lo spread), pena la bocciatura e la dannazione eterna. Questa è la nuova simbologia che deve passare oggi in Europa e di cui la propaganda deve farsi instancabilmente portavoce.


Si tratta evidentemente di un cambio imbarazzante e coraggioso di paradigma che gli eurocrati stanno cercando di istigare e promuovere, non senza qualche azzardo e qualche rischio, rispetto a ciò a cui fino a poco tempo fa c’eravamo abituati, spesso inconsciamente, quando veniva pronunciata la parola Europa. In pratica gli eurocrati stanno ostinatamente tentando di cancellare e archiviare le origini democratiche ed illuministe dell’Europa che affondano nella Rivoluzione Francese, per rispolverare le medievali radici monarchiche e aristoteliche del Sacro Romano Impero. Voltaire deve essere sostituito con San Tommaso D’Aquino. Il flusso inarrestabile della storia, le umane sorti e progressive, devono essere stemperate e governate dall’alto da un’inattaccabile e granitica piramide del potere, in cui ai vertici c’è sempre e solo l’oro, l’euro, i soldi, di cui i tecnocrati e banchieri sono gli unici e indiscussi depositari. Scommetto con chiunque che se provassi a ripetere in rapida successione le parole Europa, Democrazia, Libertà, Quadro, la prima immagine che vi verrebbe in mente, per normale associazione di idee, è lo splendido dipinto del pittore francese Eugene Delacroix “La Libertà che guida il popolo” (vedi sopra) del 1830. In questo caso la Libertà in primo piano è una donna del popolo a seno scoperto che trascina tutti i suoi compagni di lotta alla rivolta, alla conquista dei diritti democratici sottratti dai regnanti, anche a costo di sacrificare la propria vita e di essere massacrata dal fuoco nemico dei soldati del re. C’è una bella differenza di significato fra la tensione dissacrante e dirompente della Libertà, che calpesta pure la morte e non ne teme le conseguenze, e la sacralità dell’ordine gerarchico ed immutabile del quadro visto prima ed evocato dall’eurocrate, il cui intento non tanto nascosto era appunto quello di sostituire nella mente dei sudditi l’immagine di Delacroix con quella di Lorenzetti, eliminando persino il ricordo del primo ed esaltando la magnificenza del secondo.

E’ un’operazione di marketing molto subdola e raffinata, che non ha nulla di improvvisato o casuale ma fa parte di un piano studiato da anni a tavolino da esperti di comunicazione, che lavorano all’interno degli apparati europeisti e sono parte integrante dell’intero progetto. Se il diavolo si nasconde nei dettagli, possiamo senz’altro concludere che in quest’ennesima iniziativa promozionale dell’Europa, presentata in pompa magna a Oslo per solleticare la suscettibilità al luccichio dei lustrini dei sudditi, c’è senz’altro qualcosa di diabolico, luciferino. La “nuova” immagine dell’Europa deve istantaneamente ricollegarsi ai grandi Imperi totalitari di qualunque epoca e provenienza, romano, prussiano, francese, spagnolo, asburgico, ridimensionando a puro aneddoto o didascalia tutto ciò che è accaduto in mezzo, dalla Rivoluzione Francese in poi. Le rivolte risorgimentali europee per la fondazione delle eroiche Repubbliche Costituzionali sono solo una parentesi caotica e sanguinosa, che ha avuto il demerito di interrompere la ben più gloriosa impostazione secolare, imperiale, tomistica e reazionaria europea, che secondo una ben consolidata prassi riceveva continua forza e sostegno dalla sacra legittimazione del potere ecclesiastico. Così come accadeva in un vero Impero teocratico autoreferenziale, le Costituzioni Democratiche e Liberali non servono più, sono ridondanti, perché possono essere agevolmente sostituite dai moderni trattati mercantili dell’Unione Europea, molto più flessibili ed efficienti, e dalla impareggiabile Bibbia che rappresenta un robusto e solido appiglio alla tradizione del passato per i più nostalgici. Cosa volete di più dalla vita?

Come sappiamo bene questa fase convulsa di revisionismo storico è iniziata e ha ricevuto una violenta accelerazione quando i 17 paesi dell’eurozona hanno rinunciato alla propria moneta nazionale per accettare unanuova moneta che fosse svincolata e indipendente dagli apparati democratici degli stati membri. E’ stata casuale questa scelta di iniziare dalla moneta invece che dalla integrazione istituzionale, politica e costituzionale? No. Perché mai gli eurocrati dovevano dedicarsi ad una laboriosa e impegnativa attività di sintesi delle costituzioni democratiche quando il loro vero obiettivo era quello di stralciarle tutte insieme e per sempre? In fondo, su quale potere si basa la supremazia di un Sovrano, di un Monarca, di un Despota? Non certo sulle carte costituzionali concesse ai sudditi, che sono un sintomo di estrema debolezza e arretramento della monarchia, ma sullaricchezza e la forza militare. E infatti gli eurocrati hanno sia l’una che l’altra, perché si sono autonomamente assegnati il privilegio di battere moneta e con questa moneta sono liberi di finanziare come vogliono, quando vogliono, chi vogliono, in particolare l’esercito di tecnocrati, funzionari, politicanti europeisti che hanno invaso i palazzi istituzionali e lavorano esclusivamente al servizio della loro stessa sopravvivenza e degli interessi dei poteri forti che rappresentano. Serve altro ad un Sovrano per iniziare a regnare? No, bastano i soldi, l’oro e un manipolo agguerrito di soldati fedeli. Tecnicamente sappiamo poi che l’euro non è servito soltanto per togliere agli apparati democratici la possibilità di utilizzare la leva della spesa pubblica per fini sociali e per tutelare i diritti della cittadinanza, ma anche come nuovo strumento di redistribuzione interna della ricchezza: la moneta unica ha costretto i singoli governi a puntare solamente su una strategia di svalutazione salarialecome unica forma di competizione commerciale e allo stesso tempo ha consentito ai grandi detentori di capitaledi investire, spostare liberamente i soldi da un paese all’altro dell’eurozona senza incorrere in alcun rischio di svalutazione monetaria. E’ facile quindi fare un rapido calcolo per capire chi ha vinto e chi ha perso con l’euro. E non è affatto necessario conoscere tutti i principi della dottrina economica per fare i conti della serva.

Il gioco è fatto, le regole sono molto semplici e chi non le capisce è soltanto un mentecatto, buono solo come carne da macello. In pratica chi detiene il capitale ha stabilito le regole ed ora fa in modo che chi non rispetta le regole venga punito in base a criteri di giudizio che discendono dall’imposizione e dalla passiva accettazione di quelle stesse regole. Facciamo un esempio per capirci. In Europa i tecnocrati e gli oligarchi hanno stabilito dogmaticamente e arbitrariamente che l’emissione della moneta deve essere privata, autonoma, indipendente dalla politica perchè hanno decretato per trattato che la spesa pubblica dello Stato è un male assoluto e i “mercati” sono molto più efficienti nel processo di allocazione delle risorse finanziarie. Ora, senza entrare nel merito della correttezza scientifica ed economica della regola di cui ci sarebbe tanto da discutere, chi giudica se l’applicazione di questa regola sia effettivamente corretta? Chi dice se uno Stato sta usando bene o male la spesa pubblica? Un ente esterno e terzo ai due contendenti? Assolutamente no, ma i “mercati” stessi, che sono la controparte che si è avvantaggiata di più dall’introduzione di quella regola, e il loro metro di giudizio si chiama spread.

Se uno Stato utilizza molto la spesa pubblica per finanziare la sanità o l’istruzione, indebitandosi oltremisura con i “mercati” perché privo della sua sovranità monetaria e costretto a chiedere i soldi ai privati, questi ultimi lo puniranno perché da una tale operazione ricevono ben pochi ritorni economici effettivi, a parte gli interessi sui titoli pubblici acquistati. Se uno Stato invece utilizza una quota molto più elevata di spesa pubblica per finanziare o salvare una banca privata, i “mercati” lo premieranno perché verranno rivalutati i titoli di quella specifica banca e garantiti tutti i debiti contratti da quella banca nei confronti degli stessi “mercati”. Stesso discorso vale per la tassazione: più uno Stato tassa e maggiore sarà il premio dei “mercati”, che avranno migliori garanzie di rimborso sui titoli pubblici acquistati, meno uno Stato tassa e più i “mercati” lo puniranno per il motivo opposto a quello espresso sopra. Capite bene che questa è una regola assurda, perché il giudizio che ne deriva non è imparziale, obiettivo o condiviso da tutte le controparti in gioco, ma viene stabilito univocamente da chi è parte attiva in quella ipotetica contesa. E’ come se in una partita di calcio non ci sia l’arbitro, ma siano solo gli undici giocatori di una squadra a decidere quando fischiare il fallo o quando lasciare continuare il gioco, senza concedere alcuna possibilità di replica agli avversari.

Per intenderci, se uno Stato ristruttura una scuola attrezzandola con tutte le infrastrutture più moderne e facendo continui corsi di aggiornamento ai professori, perché devono essere solo i “mercati” a decretare l'opportunità o correttezza di una tale operazione? Non potrebbe essere anche importante ascoltare il giudizio di studenti, professori, famiglie, piccoli imprenditori appaltatori coinvolti che potranno usufruire di quel nuovo servizio e investimento? Al massimo non sarebbe più opportuno fare una media fra le due categorie di giudizi, siano essi qualitativi o quantitativi? Capite bene che un tale meccanismo di giudizio si basa su una stortura illogica di fondo, perché è stata l’imposizione della regola, ovvero la cessione del processo di emissione di moneta ad una banca autonoma, privata, indipendente, a decretare per forza di cose da quale parte penderà la bilancia del metro di giudizio adottato. Nei paesi in cui non esiste quella regola, il giudizio su una o l’altra manovra di finanza pubblica, come la stessa ristrutturazione di una scuola, viene emesso in base a criteri del tutto diversi, perché èlo spread a discendere dalla regola e non viceversa (normalmente la spesa pubblica non fa aumentare lospread, ma lo spread aumenta a causa della "regola" di finanziare la spesa pubblica soltanto con i soldi dei privati): come sappiamo ci sono paesi come il Giappone, che pur avendo debito pubblico doppio rispetto all’Italia, non vengono e non possono materialmente essere puniti dai "mercati" con la clava dello spread, perchè hanno mantenuto intatta la loro prerogativa sovrana di finanziare tutta o parte della spesa pubblica con i soldi emessi direttamente dalla Banca Centrale Bank of Japan.


In Europa è stato in pratica reintrodotto lo stesso macabro e contorto schema logico utilizzato per giustificare le torture medievali: il dogma stabilisce che tutte le donne giovani (gli Stati) possono essere accusate di stregoneria (la spesa pubblica) e sottoposte a tortura (lo spread), in base a giudizio insindacabile degli inquisitori (i mercati). Come facevano gli inquisitori ad essere sicuri che il loro giudizio era esatto? Ponevano le giovani donne a tortura finchè non erano loro stesse a confessare di essere delle streghe. Nel dogma c’era già inclusa insomma la certezza della sua infallibilità, perché il giudizio che ne derivava era tutt’uno con il dogma stesso; così come oggi la spesa pubblica viene criminalizzata da tutte le parti perché già penalizzata in partenza dal fatto di essere finanziata a debito dai “mercati” privati dei capitali. E non di rado sentirete tanti deficienti dire che se aumentiamo la spesa pubblica oltre i livelli di tassazione saremo attaccati dai “mercati” che ci richiederanno uno spread più alto sui nostri titoli, senza considerare nemmeno lontanamente da quale "regola" assurda prende spunto il loro giudizio. Tuttavia se noi siamo severissimi nello stigmatizzare la tortura medievale come uno dei punti più bassi toccati dalla barbarie e inciviltà umana di fronte al quale sentiamo ancora un brivido di terrore e incredulità, non siamo altrettanto severi a capire di essere caduti nella stessa trappola mentale, giustificando la tortura finanziaria dello spread. Oggi siamo tutti allineati e concordi a ritenere le torture medievali orribili, crudeli, malvage e il metro di giudizio degli inquisitori iniquo, parziale e niente affatto obiettivo, in quanto la confessione veniva estorta con la forza, ma non abbiamo la stessa intelligenza e il medesimo scatto morale per capire che lo spread è lo stessa cosa, perché i suoi giudizi di merito discendono dall’esistenza di una "regola", di un dogma, senza il quale cadrebbe miseramente tutto l’impianto accusatorio.

Basta vedere come gongolavano ieri tutti gli opinionisti e i giornalisti di regime ricordandoci ad ogni minuto come sia aumentato lo spread in seguito alle dimissioni irrevocabili annunciate da Monti sabato scorso, per capire in quale abisso di idiozia e inciviltà siamo precipitati. Monti come sappiamo bene piaceva molto ai “mercati” perché assecondava alla lettera tutte le loro indicazioni: in particolare garantiva ai “mercati” il rimborso dei titoli di stato a qualunque prezzo o costo sociale, tramite tagli della spesa pubblica e aumenti delle tasse, mentre indirizzava tutti gli aumenti di spesa pubblica per salvare le banche come Monte Paschi di Siena, rimborsare i derivati di Morgan Stanley, versare le quote di partecipazione ai Meccanismi Europei di Stabilità scriteriati come l’EFSF o il MES, rispettare i termini di accordi capestro come il Fiscal Compact. Cosa c’è quindi di così straordinario o incredibile nell’aumento dello spread di ieri, visto che Monti garantiva la stabilità dei “mercati” e tutelava soltanto i loro interessi? Nulla. Era abbastanza prevedibile che andasse così. E’ come dire: “vedete, lo sapevo io che quella donna è una strega perché ha confessato!”.

Ma il giudizio non è esatto, non tanto per reali questioni di merito quanto piuttosto perché la "regola" da cui emana e si ricava quel giudizio è sbagliata e totalmente arbitraria, in quanto obbligava le giovani donne (gli Stati) ad essere indiscriminatamente sottoposte a tortura (finanziaria, lo spread) al fine di estorcere il giudizio, la confessione che volevamo ottenere. Se le giovani donne non fossero state costrette con la forza (per dogma, per decreto, per trattato) a subire la tortura e avessero avuto la possibilità di difendersi in un regolare processo(per gli stati significa continuare a gestire la propria sovranità e politica monetaria), nessuna di loro avrebbe mai confessato deliberatamente di essere una strega. Fin qui ci siamo tutti, spero, e il parallelismo con ciò che accade giornalmente agli stati una volta democratici d’Europa è evidente: i governi sono stati privati della loro sovranità monetaria e costretti a finanziarsi soltanto dai privati e questi ultimi possono torturare quanto vogliono i governi e indirizzarne le scelte, perché sanno benissimo che gli stati non hanno più armi finanziarie per difendersi. Lo spread non sarà mai quindi un criterio attendibile di valutazione del benessere o dell’”innocenza” di una nazione, ma solo il normale effetto dell’unico giudizio che avevamo preventivamente deciso di ottenere: se uno stato farà l’interesse dei “mercati” sarà sicuramente virtuoso, in caso contrario sarà vizioso, malato, corrotto, delinquenziale, criminale, mafioso, canaglia e chi più ne ha più ne metta. 

E ripeto, le persone che oggi non riescono ad afferrare questi semplici ragionamenti sono le stesse rispettabili persone, politicamente corrette e animate da impalpabili e oltremodo vacui valori etici fondati sulla pace e la fratellanza universale, che si indignerebbero non poco se qualcuno dicesse loro che se fossero vissute nel medioevo avrebbero giustificato con la medesima superficialità e imbecillità le accuse ingiuste di stregoneria rivolte alle giovani donne innocenti. Orrore. Queste persone odiano la violenza, soprattutto quando viene inferta sulla donne o lesiva dei diritti umani, ma non si accorgono di giustificare lo stesso meccanismo logico quando i “mercati” torturano gli Stati democratici e i diritti di intere popolazioni. Perché la persone veramente stupide e idiote sono quelle che non sospettano assolutamente di esserlo e hanno al contrario un’elevata considerazione di se stesse. E qui stiamo parlando di un’apoteosi e di una vetta inarrivabile di imbecillità, che difficilmente potrà ripetersi in futuro su così larga scala, in nazioni mediamente evolute come quelle occidentali. E sono quasi certo che fra 100 anni gli storici avranno parecchio materiale da studiare e scartabellare sul caso Europa, per capire su quali basi puramente psicologiche e culturali si fonda la forza di una solida Dittatura monocratica...

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Di seguito espongo quell'esimio personale pensiero sulla questione religiosa che tanta eccitazione richiama ed acclama.. spesso magari priva (a mio umile avviso) di utile e concreta sostanza...:


Rimarcare senza enfasi, ossia lungo le linee del rispetto reciproco delle valutazioni altrui ed in base all'ovviamente "SacroSanto" presupposto di ricerca (della verità come di ogni altro valore etico o morale ed al pari di ogni motivo di introspezione personale dettato da semplice curiosità), la necessità di adottare un modo più equo e corretto di valutare o riferirsi a temi di delicata discussione e ponderazione "sociale", mi sembra alquanto auspicabile.
Affermo ciò da credente indefesso ma che al tempo stesso si pone delle domande.
In questo articolo, a mio oggettivo avviso, si riscontrano, però, alcuni punti focali sui quali risulterebbe inutile questionare.
A meno che non si voglia trovare forzatamente la pagliuzza nell'occhio dell'avversario tralasciando la trave nel proprio.
Non ho bisogno di richiamarmi al Vangelo ne tanto meno di far distinzioni sul Vecchio, Antico, Novello o Nuovo Testamento.
Poiché effettuandone mi renderei già conto della mia fallacia.
Per altro (leggendo tra gli altri commenti nel succitato e pubblicato articolo originariamente esposti) altri hanno ben più di me evidenziato la concretezza di tale assunto.
Così come il buon Gesù avrà affisso in bacheca i "miei" futili ed utopici propositi inavvertitamente frutto di strategie da scaltro "sindacato".
Il libro sacro di altre religioni monoteistiche non è certo la Bibbia! O almeno tale ipotesi (a torto o ragione) ho sempre preso per buona!
Pertanto la diatriba "pro o contro" il cristianesimo o cattolicesimo.. ritengo sia una tra le tante tematiche di utile intrattenimento e conseguenziale distoglimento dell'umana coscienza.
Senza per questo negare od invalidare la sostanza dei concetti esposti nello stesso Vangelo.
L'arma della religione (istituzionalmente organizzata aggiungerei) è però da sempre stata un'altrettanto abile arma politica di "assuefazione" del popolo.
Questa massa o coacervo di menti poco-tanto o sotto-sovra sviluppate, pur sempre indistinte nell'anonimo "vulgus".
Ragionare liberamente, scevri da dogmi umani (indotti od autoindotti), credo intimamente risieda nella capacità di scivolare senza ombre nell'oblio.
Chi non ha paura delle ombre tanto meno dovrebbe aver timore dell'oblio.
I fantasmi sono delle innocue lenzuola bianche con cui innocentemente riassettare la propria alcova!

Di nuovo un caro saluto,
Elmoamf

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