Giustamente e per riconoscenza verso quella gnosi di "detti" che "al di là" della conoscenza "mediata" mi abbia poi colpevolmente (mio malgrado vittima accondiscendente) condotto a mal partito, nella connivenza di una malevola comprensione della realtà oscura, così tradotta in realtà fattuale, volgarmente tratta e trasposta nelle dinamiche, inconsapevolmente, esistenziali.
Per riconoscenza verso quella gnosi senza il cui stimolo all'interpretazione costruttiva del dubbio e.o perlomeno al sincero tentativo di istillarlo ... qui (ora ed oggi od in questo preciso istante) non sarei altrimenti approdato!
Or oggi si rifletteva, tra il me e il me, su l'insostenibilità dell'essere e della sua leggerezza, parafrasando quel Milan Kundera con il suo celeberrimo romanzo, prodigo di sentimenti elusi come di idealismi sospesi!
Siamo figli dell'illusione come altrettanti attori dell'effimero!
Ci muoviamo tra quinte e scene in "prima" ... ignorando l'artefice o gli artefici della ns intromissione!
Siamo comparse ns malgrado di un protagonismo "alveare".
Quel protagonismo da ape operaia che ben riflette il ns stato di necessità come il ns stato di cecità!
Una "condicio sine qua non" dettata dal protagonismo di esser vivi quanto dall'antagonismo di esser stolti di fronte all'ingenuità della conquista "universale".
Far valere i propri diritti, oggi come in un ... o nel remoto passato, è un gioco di alterne vicissitudini ... avverse ... contro una parossistica realtà onnipresente e quindi opprimente e per ciò disarmante.
Viviamo di sterco di memoria e conseguentemente il ns sterco coincide con una sterile affermazione di un'identità precaria!
Rivoluzionari ma non troppo, radicali quanto basta, anti-sistema il giusto, perbenisti il lecito, qualunquisti il solito, ossia il normalmente percepito!
Il tanto per non appannarsi, per non esporsi, per non compromettersi, per non affondare ... affrontando le pregnanti e decisive sfide che la verità interpone tra noi stessi e la sostanziale "esistenza"!
Ohibò, quanto sono belle le parole quando con esse si è in grado di esprimere tutta la miseria umana.
Mai, però, si sarà in grado di esprimerla nella sua pienezza ... fintanto tale miseria sia o sarà espressa in granuli di particolato e non in miasmi di afflato da ultimo respiro.
Il coraggio del vivere si misura in entità focalizzabili anche tra pensieri e parole, non in commisurazioni sterili di pensiero biasimevole!
I miei scritti rimarranno per sempre tali: criptici come la mia mente e le sue alterne elucubrazioni!
Come la mente di ognuno di Noi, però, è in grado di esprimere le proprie perplessità sulla realtà in cui vive ... ritengo ... la mente di ognuno di noi sarà in grado, in ultimo, di comprendere la massima:
"A buon intendidor .... poche parole!"
Un saluto,
Elmoamf
P.S.: Spero che ognuno di noi possa essere in grado (un giorno) di dar seguito "compiuto" al proprio "intelletto umano". Se non altro per quella che (quello stesso giorno) verrà melodrammaticamente definita da altri come espressione di una commiserevole interpretazione dell'intelletto umano stesso!
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