domenica 23 settembre 2012

RISCOPRIRE LA CANAPA: UN MATERIALE UNIVERSALE

Volendo essere tenaci, non mollando mai la presa, si riesce come l'acqua (con la goccia ed il lavoro dei secoli) ad erodere montagne e far breccia nel granito.

Riscoprire e valorizzare le qualità della canapa rientra evidentemente in questa categoria di pensieri ed azioni. Mai arrendersi e mai dare nulla per scontato. Il tempo e la determinazione, l’inventiva e l’audacia aiutano coloro che non perdono mai il vizio (nel bene o nel male) di sognare!

Di seguito Vi propongo un articolo apparentemente datato, di recente riproposto nel sito http://ilfattaccio.org

Al tempo stesso, per rimanete in tema e tenerci un poco più aggiornati, segnalerei come approfondimento anche il seguente articolo:

La casa biocompatibile in calce e canapa di Equilibrium al Made Expo
Direttamente dal Blog http://www.ecoblog.it/

Buona lettura,
Elmoamf


COSTRUIRE CON LA CANAPA

MATERIALE NATURALE PER LA BIOEDILIZIA


LA BIOEDILIZIA NON E’ SOLO RISPARMIO ENERGETICO
ma anche salubrità del costruito ottenuta attraverso l’utilizzo di materiali naturali. Costruire con fibre vegetali comporta molteplici vantaggi di carattere ambientale, ma anche etico, sociale ed economico. Fra tutti i materiali naturali, la canapa è uno tra quelli che offre i risultati migliori. Questo vegetale, infatti, è di semplice coltivazione, poiché ha una rapida crescita, un basso consumo di acqua e rarissimi attacchi parassitari, e una volta lavorato è ottimo per sostituire legno, vetro ed inerti per la composizione di vari materiali, poiché è refrattario a muffe ed insetti, ottimo contro gli incendi, leggero e ricco di silice. Ma soprattutto, la canapa è un materiale “carbon negative”, che sintetizza il carbonio e riduce le emissioni di CO2 nell’ atmosfera; quindi rende gli ambienti in cui è applicata più salubri ed abbatte anche le emissioni inquinanti del processo edilizio.

LA STORIA DELLA COLTIVAZIONE DELLA CANAPA IN ITALIA
Forse non tutti sanno che la canapa, materiale dalle mille utilità, è fortemente radicata nella nostra tradizione. Già Leon Battista Alberti, nel “De Re Aedificatoria” ne enunciava l’utilità nell’edilizia poiché, aggiunta alle malte ne migliorava le qualità. Fino a pochi decenni fa l’Italia era il secondo produttore mondiale di cannabis sativa, la tipologia non psico-attiva più adatta agli usi domestici; nei tempi in cui questa pianta era una risorsa sia nel settore tessile che per la vita quotidiana delle persone. Poi il tessile è entrato in crisi, prima ancora di altri comparti; l’impossibilità di competere con i mercati asiatici esordienti ha fatto si che l’uso e la coltivazione della canapa cadessero completamente in disuso nelle nostre zone. Una decina d’anni fa l’Unione Europea ha attivato dei finanziamenti destinati alla reintroduzione della canapa da fibra e, di seguito, alla costituzione di filiere di prodotti derivati, specialmente nel settore no food.

GLI USI DELLA CANAPA IN EUROPA
La Germania ha subito inserito la canapa nella sua filiera produttiva di punta, sviluppando materiali per il settore automobilistico, come fibro-resine, plastiche e imbottiture, oggi utilizzati da tutte le sue maggiori case produttrici. La Francia, invece, si è concentrata sulle malte fibro-rinforzate, brevettando alcune tecniche: una per “mineralizzare” la canapa ricoprendola con silice al fine di renderla impermeabile all’umidità e poterla così utilizzare come isolante; un’altra per mescolare la canapa con calce naturale ed acqua per ottenere un composto simile al cemento, con una consistenza granulosa simile al sughero; un’altra ancora per utilizzare canapa non trattata assieme a calce per intonaci. In Italia la canapa è stata reintrodotta in due settori strategici: il tessile e l’edilizia.

LA CANAPA E L’INDUSTRIA TESSILE
L’industria del tessuto ha visto l’interesse e l’impegno di grandi nomi dell’imprenditoria, in testa il gruppo Armani, con la produzione di un’intera linea di abiti in canapa, nel tentativo di sostituire le benefiche fibre naturali più traspiranti e capaci di assorbire l’umidità, alle ormai comunissime fibre sintetiche, che stanno dando sempre maggiori problemi di intolleranze. Varie sono le potenzialità della canapa da fibra in questo campo, data l’estrema versatilità una volta trasformata in tessuto; ma le difficoltà a rendere competitivi i prodotti tessili rimangono tante, soprattutto a causa della lunga lavorazione e della laboriosità per ottenere, anche con i moderni metodi industriali, le lunghe fibre che servono per la tessitura.

GLI USI DELLA CANAPA IN EDILIZIA
E’ per questo che sembra molto più incoraggiante il risultato ottenuto con l’applicazione della canapa in edilizia, settore in cui non è indispensabile avere fibre lunghe intatte, ma anzi è preferibile avere un prodotto frantumato. Nel settore edile, i prodotti totalmente naturali che possono essere ricavati sia dal fiore che dal fusto della canapa sono tantissimi: cere, vernici, pannelli isolanti, intonaci ed anche blocchi prefabbricati. Oltre ai già consolidati pannelli isolanti, in Italia è attualmente in fase di certificazione un brevetto per la realizzazione di blocchetti a base di canapulo, la parte legnosa dello stelo, in combinazione con un legante di calce da impiegare nella struttura dell’edificio. Un rivoluzionario mattone che una volta essiccato, diventa rigido e leggero allo stesso tempo e può quindi essere utilizzato sia nella realizzazione di nuovi fabbricati sia nella ristrutturazioni di stabili già esistenti. Abbinando questi blocchetti di canapa e calce alla malta di calce fibro rinforzata, sviluppata in Francia, si otterrebbe la prima tecnologia completamente a base di canapa.

I BENEFICI DELL’UTILIZZO DELLA CANAPA IN EDILIZIA
I benefici di questa tecnologia travalicano la mera filiera costruttiva, migliorando il benessere e l’economia di tutta la comunità. In particolare, l’utilizzo di prodotti realizzati con il binomio canapa-calce, sia per blocchetti che per getti in opera per la muratura, sia nella realizzazione di intonaci e finiture, presenta grandi vantaggi sia indoor che outdoor: in primis un ottimo isolamento termo-acustico, alta traspirabilità, protezione da insetti e microbi, regolamentazione termo-igrometrica, grande inerzia termica e resistenza al fuoco; ma soprattutto la capacità di trattenere carbonio e quindi di ridurre l’inquinamento. In più l’utilizzo di materiali con alte prestazioni reperibili in loco, anche attraverso la loro coltivazione, riduce i costi di costruzione ed attiva la filiera produttiva locale oltre ad essere un guadagno per l’ambiente e per il paesaggio. Per questo, si stanno moltiplicando sperimentazioni di edifici con struttura portante in legno e murature con blocchi prefabbricati o getti in opera di bio-composti canapa e calce, e malte, isolanti e intonaci di canapa: una nuova edilizia Carbon Free. Vari sono i produttori che hanno scommesso su questi prodotti e le associazioni che stanno promuovendo il recupero della canapa: da Assocanapa e Canapuglia fino a Inater; tutti con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica verso la tematica dei materiali naturali che rispettano e migliorano il comfort degli ambienti interni valorizzando le risorse locali in armonia con l’ambiente circostante.


Articolo di Serena Bartalucci – 21 Novembre 2011











Nessun commento:

Posta un commento