mercoledì 2 luglio 2014

Lo spot strappa-lacrime e l'osannazione del popolo


Un buon discorso è come un buon montaggio:
Si è in grado di fargli "dire" e "digerire" di tutto...

Con tanto di plauso e di "standing ovation".

Un buon discorso è tutto perché apre le porte della reverenza, dell'acquiescenza, della solidarietà, dell'identificazione, della condivisione, dell'illusione.

Ecco perché un buon discorso è tutto... perché appare bene e nel momento in cui la sua illuminazione s'irradia, la luce, accecante più che mai, pervade e brucia il "tutto"!

Accecare è saper l'altrui bruciare... ed in politica equivale a saper Brillare.

Brillare di consenso altrui, di approvazione del popolo, di autorevolezza o meglio di auto-referenzialità ideologica, dottrinale e concettuale, ancestralmente simbolica... e poi, e così, e legittimamente, e plebiscitariamente... fregiarsi del titolo e del diritto e del potere assoluto ed incontestabile di:
Rottamazione, surrogazione, sostituzione, estromissione, esclusione, rimozione, soppressione, eliminazione del prossimo!

Quando si splende, di luce riflessa, pochi notano la sorgente della luce mentre tutto il resto è ammaliato dallo spessore del riflettente.

Ma cosa sia un "riflettente" ahimé è a tutti ignoto.

Giusto forse ad alcuni, cui è più che mai sospetto!

Il riflettente si inebria di luce altrui ovunque sia in grado di assumerla, farla propria, trafugarla, fotterla.

Il riflettente, infatti, non riflette di sua volontà ma agisce per sua pura ingordigia.

L'ingordigia è da sempre stata un erba rigogliosa nel e per il degrado umano... dal giardino dell'Eden all'Eden del terzo millennio: il Regno di Satana!

Perdonate la mia enfasi melodrammatica, condita di sfumature archetipe ed apocalittiche di sfondo millenaristico, subliminale ed enfaticamente tradizionale... Ma....

Ma... si c'è sempre un Ma!

Un Ma enorme come la pietra del santo sepolcro che si smosse il terzo giorno e che "certamente" non fu smossa per lasciar passare fugacemente qualcuno, qualcuno che di per se era già libero... ma per dimostrar simbolicamente l'estatica libertà del figlio dell'Uomo di fronte alla spesso grottesca gabbia in cui ognuno di noi è abituato a rinchiudersi: per paura, per disistima, per inquietudine, per oblio del proprio essere!

Quel figlio che probabilmente, evidentemente, non era un semplice simbolo di rivendicazione, risoluzione, richiesta, riscatto, pretesa a priori, protesi della nostra effimera voracità esistenziale, affermazione della nostra edonistica ed egoistica superiorità e primazia... Ma... appunto Ma... era il simbolo della rinascita dell'uomo stesso in un contesto di "perduti reietti".

Oggi tal siamo nelle viscere misere di un mondo che ha perso la propria sostanza per dar vita ad un melenso spettacolo di sentimenti rattrappiti e mediati in cui l'essere si confonde con la propria inetta immagine e l'entropia è la massima espressione della perfezione.

Esseri entropici in cui il disordine è l'unica regola d'equilibrio ancorché instabile, inflessibile, rigidamente autarchica, inconsapevolmente incapace di ogni comprensione ed effettiva profonda progressione.

Un equilibrio basato sull'instabilità come forma, come dinamica, come legge esistenziale che cela dietro se stessa un'incapacità tale di compenetrazione della realtà che si nutre inevitabilmente della propria superbia per alimentare stati d'inquietudine, dolore e dissoluzione delle emozioni.

Viviamo incatenati alla materia come ancora di salvezza per la nostra illusoria speranza di partecipare ed esprimere il nostro intimo essere al mondo e nel mondo... pertanto, per tale motivo, rimaniamo all'oscuro della nostra vera natura, delle nostre innate essenze, presenze e valenze.

Siamo aliti di vita e come tali ci lasciamo consumare da un vento clandestino, sfumato, inappropriato, invasivo, distruttivo.

MA, ancora quel MA... se solo fossimo in grado di comprendere quello "zampillo" di luce che illumina il nostro profondo, ancora e nonostante tutto... forse un giorno saremo anche in grado di leggere oltre lo scetticismo e l'impostura di una realtà infarcita di falsi dogmi, di false presunzioni, di opinioni imposte e di imposte falsificazioni.

Il buio non è poi così oscuro ma solo la "metà" immanifesta di una speculare identità materialmente e sensibilmente fragile, continuamente esposta, offesa e sferzata dall'asprezza e dalla durezza del divenire spazio-temporale!

...

Non mi aspetto che il testo qui sopra esposto possa essere di alcuna particolare comprensibilità o di alcuna peculiare, biasimevole ed irridente incomprensibilità MA solo che riesca a toccare alcune corde troppo a lungo sopite nell'animo di alcuni... o chissà... di Molti!

Un saluto ermeneutico,

Elmoamf

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