Riscoprire e valorizzare le qualità della canapa rientra evidentemente in questa categoria di pensieri ed azioni. Mai arrendersi e mai dare nulla per scontato. Il tempo e la determinazione, l’inventiva e l’audacia aiutano coloro che non perdono mai il vizio (nel bene o nel male) di sognare!
Di seguito Vi propongo un articolo apparentemente datato, di recente riproposto nel sito http://ilfattaccio.org
Al tempo stesso, per rimanete in tema e tenerci un poco più aggiornati, segnalerei come approfondimento anche il seguente articolo:
La casa biocompatibile in calce e canapa di Equilibrium al Made Expo
Direttamente dal Blog http://www.ecoblog.it/
Buona lettura,
Elmoamf
COSTRUIRE CON LA CANAPA
MATERIALE NATURALE PER LA BIOEDILIZIA
LA BIOEDILIZIA NON E’ SOLO
RISPARMIO ENERGETICO
ma
anche salubrità del costruito ottenuta attraverso l’utilizzo di materiali
naturali. Costruire con fibre vegetali comporta molteplici vantaggi di
carattere ambientale, ma anche etico, sociale ed economico. Fra tutti i
materiali naturali, la canapa è uno tra quelli che offre i risultati migliori.
Questo vegetale, infatti, è di semplice coltivazione, poiché ha una rapida
crescita, un basso consumo di acqua e rarissimi attacchi parassitari, e una
volta lavorato è ottimo per sostituire legno, vetro ed inerti per la
composizione di vari materiali, poiché è refrattario a muffe ed insetti, ottimo
contro gli incendi, leggero e ricco di silice. Ma soprattutto, la canapa è un
materiale “carbon negative”, che sintetizza il carbonio e riduce le emissioni
di CO2 nell’ atmosfera; quindi rende gli ambienti in cui è applicata più
salubri ed abbatte anche le emissioni inquinanti del processo edilizio.
LA STORIA DELLA COLTIVAZIONE
DELLA CANAPA IN ITALIA
Forse
non tutti sanno che la canapa, materiale dalle mille utilità, è fortemente
radicata nella nostra tradizione. Già Leon Battista Alberti, nel “De Re
Aedificatoria” ne enunciava l’utilità nell’edilizia poiché, aggiunta alle malte
ne migliorava le qualità. Fino a pochi decenni fa l’Italia era il secondo
produttore mondiale di cannabis sativa, la tipologia non psico-attiva più
adatta agli usi domestici; nei tempi in cui questa pianta era una risorsa sia
nel settore tessile che per la vita quotidiana delle persone. Poi il tessile è
entrato in crisi, prima ancora di altri comparti; l’impossibilità di competere
con i mercati asiatici esordienti ha fatto si che l’uso e la coltivazione della
canapa cadessero completamente in disuso nelle nostre zone. Una decina d’anni
fa l’Unione Europea ha attivato dei finanziamenti destinati alla reintroduzione
della canapa da fibra e, di seguito, alla costituzione di filiere di prodotti
derivati, specialmente nel settore no food.
GLI USI DELLA CANAPA IN EUROPA
La
Germania ha subito inserito la canapa nella sua filiera produttiva di punta,
sviluppando materiali per il settore automobilistico, come fibro-resine,
plastiche e imbottiture, oggi utilizzati da tutte le sue maggiori case produttrici.
La Francia, invece, si è concentrata sulle malte fibro-rinforzate, brevettando
alcune tecniche: una per “mineralizzare” la canapa ricoprendola con silice al
fine di renderla impermeabile all’umidità e poterla così utilizzare come
isolante; un’altra per mescolare la canapa con calce naturale ed acqua per
ottenere un composto simile al cemento, con una consistenza granulosa simile al
sughero; un’altra ancora per utilizzare canapa non trattata assieme a calce per
intonaci. In Italia la canapa è stata reintrodotta
in due settori strategici: il tessile e l’edilizia.
LA CANAPA E L’INDUSTRIA TESSILE
L’industria
del tessuto ha visto l’interesse e l’impegno di grandi nomi dell’imprenditoria,
in testa il gruppo Armani, con la produzione di un’intera linea di abiti in
canapa, nel tentativo di sostituire le benefiche fibre naturali più traspiranti
e capaci di assorbire l’umidità, alle ormai comunissime fibre sintetiche, che
stanno dando sempre maggiori problemi di intolleranze. Varie sono le
potenzialità della canapa da fibra in questo campo, data l’estrema versatilità
una volta trasformata in tessuto; ma le difficoltà a rendere competitivi i
prodotti tessili rimangono tante, soprattutto a causa della lunga lavorazione e
della laboriosità per ottenere, anche con i moderni metodi industriali, le
lunghe fibre che servono per la tessitura.
GLI USI DELLA CANAPA IN
EDILIZIA
E’ per
questo che sembra molto più incoraggiante il risultato ottenuto con
l’applicazione della canapa in edilizia, settore in cui non è indispensabile
avere fibre lunghe intatte, ma anzi è preferibile avere un prodotto frantumato.
Nel settore edile, i prodotti totalmente naturali che possono essere ricavati
sia dal fiore che dal fusto della canapa sono tantissimi: cere, vernici,
pannelli isolanti, intonaci ed anche blocchi prefabbricati. Oltre ai già
consolidati pannelli isolanti, in Italia è attualmente in fase di
certificazione un brevetto per la realizzazione di blocchetti a base di
canapulo, la parte legnosa dello stelo, in combinazione con un legante di calce
da impiegare nella struttura dell’edificio. Un rivoluzionario mattone che una
volta essiccato, diventa rigido e leggero allo stesso tempo e può quindi essere
utilizzato sia nella realizzazione di nuovi fabbricati sia nella
ristrutturazioni di stabili già esistenti. Abbinando questi blocchetti di
canapa e calce alla malta di calce fibro rinforzata, sviluppata in Francia, si
otterrebbe la prima tecnologia completamente a base di canapa.
I BENEFICI DELL’UTILIZZO DELLA
CANAPA IN EDILIZIA
I
benefici di questa tecnologia travalicano la mera filiera costruttiva,
migliorando il benessere e l’economia di tutta la comunità. In particolare,
l’utilizzo di prodotti realizzati con il binomio canapa-calce, sia per
blocchetti che per getti in opera per la muratura, sia nella realizzazione di
intonaci e finiture, presenta grandi vantaggi sia indoor che outdoor: in primis
un ottimo isolamento termo-acustico, alta traspirabilità, protezione da insetti
e microbi, regolamentazione termo-igrometrica, grande inerzia termica e
resistenza al fuoco; ma soprattutto la capacità di trattenere carbonio e quindi
di ridurre l’inquinamento. In più l’utilizzo di materiali con alte prestazioni
reperibili in loco, anche attraverso la loro coltivazione, riduce i costi di
costruzione ed attiva la filiera produttiva locale oltre ad essere un guadagno
per l’ambiente e per il paesaggio. Per questo, si stanno moltiplicando
sperimentazioni di edifici con struttura portante in legno e murature con
blocchi prefabbricati o getti in opera di bio-composti canapa e calce, e malte,
isolanti e intonaci di canapa: una nuova edilizia Carbon Free. Vari sono i
produttori che hanno scommesso su questi prodotti e le associazioni che stanno
promuovendo il recupero della canapa: da Assocanapa e Canapuglia fino a Inater;
tutti con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica verso la tematica dei
materiali naturali che rispettano e migliorano il comfort degli ambienti
interni valorizzando le risorse locali in armonia con l’ambiente circostante.
Articolo di Serena Bartalucci – 21 Novembre
2011
Tratto da www.architetturaecosostenibile.it
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