lunedì 15 ottobre 2012

Africa, Banca Mondiale e Land Grabbing

Questo è un tema che particolarmente mi sta a cuore, perché rientra nei consueti meandri del dietrologismo complottista.

Si...certamente, chi vuole può gettare tutto nel generico inceneritore confondendo questo come altri temi nell'onnicomprensivo cestino dei dibattiti tra intellettuali di seconda linea.

Ovviamente, renderà un buon servizio autodistruttivo solo alla sua (...e probabilmente alla di lui affine e conseguenziale) cricca di parassiti.

Quel che a me interessa, al di là della passione e dell'enfasi con la quale rimarcare personali affermazioni, è il messaggio o meglio la divulgazione dell'informazione.

Come altre notizie che, personalmente, ritengo pregne di significato e necessaria condivisione...così quella del Land Grabbing è per me una tematica da non sottovalutare o già e purtroppo ampiamente sottovalutata.

Una pratica anonima che difficilmente assurge agli onori della cronaca!

Perfetto, allora ne parlo Io qui e meglio di me ne parleranno altri.

Pertanto, per iniziare segnalo questo link:

Ancora Land Grabbing....per non dimenticare

Direttamente dall'ottimo sito su argomenti relativi all'affascinante continente africano: http://www.sancara.org/

E poi, proseguendo, riprendo questo articolo tratto dal sito on line della Stampa!

Non potendone vantare i diritti, certamente, ve ne propongo di seguito solo un estratto:



Un accaparramento eovuto alla pressione ambientale, all’esplosione della popolazione, al cambiamento climatico, alla volatilità dei prezzi dei prodotti alimentari, alla scarsezza dell’acqua. Fenomeni che rendono la semplice terra un bene sempre più prezioso. Soprattutto per chi ha potenza e danaro, e acquista terreni a rotta di collo in Africa, Asia ed America Latina come “assicurazione” per il futuro o per produrre biocarburanti: è il caso della Cina, ma anche degli stati petroliferi del Golfo Persico. L’accaparramento di terre – in inglese, land grabbing – è diventato una realtà impressionante: la terra venduta in tutto il mondo negli ultimi dieci anni ha una superficie pari a quasi 7 volte il territorio dell’Italia. Per la precisione, secondo l’International Land Coalition, 203 milioni di ettari di terreno, 106 dei quali in paesi in via di sviluppo. In questo momento nei paesi più poveri ogni 4 giorni un’area di terra più grande dell’intera città di Roma viene venduta ad investitori stranieri. Questi terreni, se fossero coltivati potrebbero dar da mangiare al miliardo di esseri umani che oggi soffrono la fame. Ma due terzi dei nuovi proprietari prevedono di esportare tutto quello che su queste terre viene e verrà prodotto. Quasi il 60% di questa terra inoltre è destinata a colture utilizzabili per i biocarburanti. Quando invece servirebbero maggiori investimenti a favore dei piccoli agricoltori..."

Quel che più mi preme, come altrove già sottolineato, è far riflettere le persone...prima di parlare e.o agire!

E' necessario, innanzi tutto, prender atto della realtà che ci circonda... che non è fatta solo di lucciole per lanterne o paillette per strascichii di passerella...ma soprattutto di sofferenza, condita di grande forza d'animo e di dignità che noi, in prima persona, non riusciremmo mai ad immaginare...neanche in un'intera vita fatta di presunti stenti o privazione di occidentale consuetudine!

Eccovi un link Video Educativo sulla realtà di ogni giorno di una comunità del continente nero e tanto di cappello a loro e per il loro sorriso sempre sinceramente percepito!


Un video probabilmente frutto di un abile montaggio... ma propositivo nei concetti in esso contenuti.
Racchiusi e solertemente propagandati...senza malizia, aggiungerei, per mio umile avviso!

Il quesito che mi pongo rimane però il seguente:

Quale valore diamo oggi alla Vita?

Il valore di un arrogante diritto...di supremazia ?
O il valore di un umile dovere...di collaborazione e di dignità personale ?
Di dignità istintivamente percepita o altrui sentita...?

E di acquiescenza verso il bene supremo...quello dell'esistenza !

L'acquiescenza è quel termine che, personalmente intendendolo, ingloba arrendevolezza e determinazione.

Nell'accettare la realtà per come ci si presenta ed al tempo stesso rendersi conto di essere determinanti per cambiarla...affinché l'equilibrio sia ristabilito in termini di condivisione, percezione  e compenetrazione!

La realtà non può essere solo ed esclusivamente ciò che ci viene imposto...ma anche e soprattutto ciò che noi intendiamo percepire e, conseguenzialmente, altrui proporre!

E se la realtà non ci aggrada, perché troppo misera...starà allora a noi intraprendere la strada, nonché la sfida, affinché questa stessa realtà cambi!

In meglio rispetto ai ns "standard"...?
In meglio rispetto ad ogni "standard"!

Probabilmente e sopra ogni altra cosa...in meglio rispetto alle necessità istintivamente ed universalmente percepite, che tradizionalmente ed antropologicamente si traducono in questioni materiali ma che più incisivamente ed intimamente si nutrono di bisogni più significativamente spirituali.

Un saluto...probabilmente sempre troppo poco,
Elmoamf

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