mercoledì 2 gennaio 2013

Il ciclo economico e lo schizofrenico insonne


Ritengo che la filosofia del ciclo economico sia una spettacolare "bufala" ottimamente spacciata per necessaria.

Basare gli standar socio-politico-economici sul Pil o qualsivoglia altro fattore tendenziale dell'economia moderna (livello dei prezzi, inflazione, scorte di magazzino, riserve bancarie, tassi d'interesse, valutazioni di rating, livello del debito o di deficit o surplus o...) si traduce sovente nello svilire i rapporti umani in favore di un asservimento produttivo che fa il gioco solo di chi è in grado (attraverso di esso) di accumulare risorse e potere, potere e risorse.

Tralasciando il discorso relativo alla finanza speculativa dei capitali, basterebbe riflettere sulla finanza speculativa delle "commodities" ove i contratti "futures", se nelle teorie sui sistemi economici complessi possono avere un senso, sul terreno della realtà (composto per lo più da sciacalli e predatori di ogni genere) falsano enormemente il campo di gioco che poi è quello della vita degli esseri umani.

Poiché chi gestisce enormi capitali può determinare il prezzo dei beni e le regole per produrli ed i limiti e.o il tipo di beni da produrre e quante tasse su quella produzione pagare e quali leggi dover osservare per poterli vendere sul mercato interno od estero e quale titolo valutario utilizzare per effettuare la transazione e quali e.o quanti interessi ricevere o dare per le somme ricevute o cedute in prestito nel circolo chiuso (elitario) del sistema finanziario...

I rapporti umani, in una società del consumo come quella delle economie sviluppate, si sono assuefatti ad un sistema perverso dato per lecito e scontato, moralmente giustificato e pertanto addirittura culturalmente e civilmente superiore.

Insomma l'etica della "bufala" dove si lavora, si mangia, si beve e si dorme per "mammona".

Dove il lavoro è "costrizione" e non crescita, il denaro è un bene "prezioso", un arma di ricatto e non uno strumento convenzionale comunemente accettato per regolare uno scambio.

Dove un'enormità di prodotti sono inutili ma induttivamente resi necessari da quello stesso ciclo economico che li spinge attraverso le abili politiche di marketing e le leve pubblicitarie.

L'aumento di fatturato è sinonimo di crescita e non diversamente l'aumento della capacità critica ed intellettuale. Come quella, ad esempio, di far funzionare un sistema complesso in un ottica di benessere condiviso.

Dove prendere uno stipendio serve solo a pagare le tasse "imposte" per sovvenzionare uno stato che non fornisce servizi e razzia ricchezze in nome di un debito creato artificialmente stampando pezzi di carta o "emettendo" cifre digitali su un conto bancario. Cifre che stabiliscono e giustificano enormi ammassi, accumuli di "danaro" che poi gestito, a livello di grandi numeri, determinano le speculazioni di cui sopra.

E chi è in debito deve pagare e come nel gioco evolutivo dei predatori, il pesce più grande mangia quello più piccolo, con la scusa del debito.

Un debito che alla fine è quello del povero ignorante, colui che crede di muoversi liberamente come cittadino scorrazzando per strade affollate di altre macchine, in mezzo allo smog, a bordo della sua luccicante auto. Libero perché finalmente ha potuto scegliere ed acquistare quella sua nuova auto fiammante. A debito naturalmente. E quindi il debito effettivamente è il suo. Solo che il debito reale è proprio quello dell'ignoranza.

La superficialità e l'arroganza con cui noi uomini moderni e civilizzati oggi viviamo è pari alla bulimia nervosa di uno schizofrenico insonne.

Un saluto,
Elmoamf

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