lunedì 21 maggio 2012

La distanza tra la lettura e l'interrelazione


Prima di confondermi e confondervi in un nuovo commento (per me sintomo della necessaria volontà di condividere un pensiero personale...di per se degno di condivisione) trarrò su di esso le seguenti considerazioni:

La distanza tra lettura ed interrelazione spesso si traduce in una divario abissale.
Un divario tra chi produce!
Ossia traduce in idee istanze altrimenti e/o non consapevolmente/necessariamente espresse.
Utilizzando il pensiero...per lui facile dominio dell'intelletto.
E colui che consuma!
Ossia colui il cui unico facile dominio è la materia.
O l'essenza della materia stessa, che poco cambia sostanzialmente in termini.
Perché essere così drastici?
In definizioni, lemmi o ragionamenti?
Perché la differenza tra materia ed intelletto dovrebbe essere immediata e non spiegata.
Se una "simile" differenza dovrebbe supporre una spiegazione per ciò stesso dovrebbe perderne significato.
Mio malgrado mi ritrovo a dover esporne una motivazione.
Non foss'altro per la mia innata pignoleria.
Un comportamento virtuoso che...però, non mi sentirei propriamente di consigliare al mio prossimo

La distanza tra chi produce, pertanto, immagina il futuro, non soltanto lo anticipa ma lo valuta.
La distanza tra chi legge in quel futuro il proprio divenire o meglio il futuro della propria generazione.
Una generazione non  più fatta da se stesso ma dai propri figli...
E' una distanza abissale da chi consuma unicamente se stesso senza alcuna prospettiva o futuro della propria generazione.

Tutto ciò non è una mera considerazione legata alla naturale ed alquanto alchemica autoriproduzione umana e/o animale.
Tutto ciò dovrebbe essere piuttosto frutto della propria volontà di percezione del prossimo.
A mio unico avviso: essenziale modalità di comprensione della ns presenza e persveveranza nel tempo!

Un saluto a Voi che perseguite la ricerca nella conoscenza ultima...della vs presenza nel creato...!

Di seguito l'ultimo commento da me (si intende quindi parzialmente) ritenuto valido di pubblicazione:

riferimento e/o fonte http://www.stampalibera.com/?p=45762

Commento:

Direi che le definizioni (beatamente afflosciata, drogata, contenta) utilizzate ricalcano alla perfezione il grado di percezione della realtà dell’uomo medio occidentale.
Ci si ritiene comunemente liberi e soddisfatti nell’esprimere il ns biasimo nei confronti delle malversazioni altrui (praticate ad ogni livello e non solo dalla nomenclatura politico-burocratica) che si finisce, indefessamente a lanciare sassi nello stagno.
Ossia, parlare a vuoto discorrendo nel nulla. Mentre i giorni trascorrono sempre uguali e le accelerazioni verso la crisi e la sottomissione (quella vera, quella reale) si fanno sempre più frequenti.
Crisi e sottomissione fatte di privazioni e sofferenze: fisiche e mentali.
Estremamente concrete e non più semplicemente descritte o raccontate come trame di spy movies).
Sembra ancora tutto troppo improbabile.
Soggetto di una sceneggiatura che non dovremo interpretare noi ma qualcun altro. Questa sottile invasione è come un cancro: una triste storia finché riguarda una vittima che non conosci e che solo ti sfiora con il pensiero.
Nel momento in cui però quel cancro si accanirà su di noi…ci accorgeremo così, inevitabilmente, di non essere preparati in modo adeguato per affrontarlo.
Presi di soppiatto e con le difese del tutto abbassate.
Purtroppo solo allora si potranno valutare le autentiche forze in campo .

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